Luino | 30 Gennaio 2019

Luino, “Libertà e diritti non sono eterni, devono essere difesi ogni giorno”

Una lunga lettera, quella di Alessandro Franzetti, partendo dalla Shoah, per affrontare temi geopolitici attuali, anche legati al futuro dell'Europa e dei giovani

Tempo medio di lettura: 4 minuti

La Shoah è stata una tra le pagine più terribili del Novecento, che ha portato alla morte di milioni e milioni di persone. Anche oggi, le conquiste di allora, che hanno dato il via alla libertà e alla democrazia, non sono da sottovalutare e sono da tutelare quotidianamente e il ricordo e la memoria sono fondamentali, soprattuto per le giovani generazioni.

Tanti gli eventi organizzati, soprattutto nelle scuole, dove intervengono ogni anno superstiti che portano le loro testimonianze raccontando dell’abominio del periodo nazifascista.

E così, oggi, è Alessandro Franzetti ad aver inviato una lettera in redazione in cui riflette e analizza temi legati alla società moderna, partendo da quegli anni nefasti per arrivare ai giorni nostri, con uno sguardo futuro verso le nuove generazioni.

Ecco il testo della lettera, con un appello ai giovani, alle future classe dirigenti: “Studiate, in particolare la storia e mantenete sempre accesa la fiammella della libertà”.

Egregio direttore,

il 27 gennaio abbiamo ricordato, con la Giornata della Memoria, l’abominio della Shoah.

Uso volutamente il termine ebraico e non il più comune “Olocausto” perché quest’ultimo significa letteralmente “sacrificio gradito a Dio”: ma come può lo sterminio di un popolo, a maggiore ragione quello eletto, essere gradito a Lui?

La Shoah è stata la realizzazione del male assoluto, un male che ha causato il quasi annientamento degli ebrei nel mondo, insieme allo sterminio di moltissimi zingari, rom, sinti, omosessuali, cristiani e perseguitati politici di ogni nazione europea.

Hitler e i suoi alleati, tra cui in primis Mussolini, ma anche Franco e i numerosi dittatori fascisti di paesi come l’Ungheria, la Croazia e molti altri hanno trasformato l’Europa, la nostra Europa che fu culla della Civiltà, in un camino in cui bruciare gli esseri umani, solo perché “diversi”.

Dobbiamo ringraziare l’Inghilterra, glorioso paese culla delle libertà che con tenacia fu l’unico paese europeo a resistere ai bombardamenti nazisti, grazie a quello statista che fu Winston Churchill e a quel popolo inglese che ci ha dato la Magna Charta e da allora è sempre stato libero e plurale.

Non va dimenticato l’apporto dell’Unione Sovietica in funzione antinazista, anche se ben presto Stalin si rivelò un dittatore sanguinario che rinchiuse nei gulag ebrei, proprietari terrieri e semplici oppositori politici, tradendo lo spirito e l’anelito egualitaristico della Rivoluzione d’Ottobre e trasformando un sogno nel peggiore degli incubi.

Ma dobbiamo soprattutto dire grazie agli Stati Uniti d’America se io oggi posso chiedere ospitalità a un quotidiano libero come LuinoNotizie che fa informazione quotidianamente e che permette a tutte le sfaccettature della comunità luinese e non solo di ampliare gli spazi di libertà e confronto. Senza l’intervento USA non so come sarebbe finita, la storia non si fa con i se e con i ma, ma molto probabilmente la resistenza partigiana non ce l’avrebbe fatta.

Ecco vorrei ricordare anche i partigiani, uomini di diversa estrazione, fede, cultura, classe sociale (comunisti, cattolici, monarchici, liberali, socialisti, azionisti) che rischiando la vita si batterono per farci tornare liberi. Il loro esempio va sottolineato ogni giorno, tanto più oggi che sembrano tornare disgustosi rigurgiti di autoritarismo.

Ma dopo il buio, dopo una notte gelida, torna sempre il sereno, e infatti l’alba della speranza non si è fatta attendere. Dopo la guerra, è nato l’ONU, che non è un supergoverno mondiale ma almeno permette alle nazioni di parlarsi, in pace e democraticamente. Sono nati poi organismi sovranazionali come la NATO e soprattutto l’Unione Europea, che da allora ci garantiscono pace, benessere, stabilità e protezione. Quanto aveva ragione il compianto Berlinguer a pensare che la NATO costituisca un ombrello protettivo.

E l’Unione Europea? Beh, sicuramente è molto di più dei trattati che la regolano, dell’euro che è la moneta per alcuni paesi: è un sogno, un sogno che si è avverato e che ora va sostenuto con forza. Ci sarebbe bisogno degli Stati Uniti d’Europa, dell’elezione diretta di un presidente europeo: che bello sarebbe che un greco possa votare un irlandese, un tedesco un estone, un italiano un finlandese, sarebbe davvero il coronamento di quanto alcuni “profeti laici” intuirono a Ventotene.

Ma, per tornare alla guerra e all’orrore della Shoah, non possiamo che guardare anche a uno stato che è modello e faro di civiltà in Medio Oriente e che è sorto nel 1948, subito dopo il secondo conflitto mondiale: lo stato di Israele. Lo stato ebraico è una democrazia (caso unico nella fascia che va dal Marocco all’Asia), è un avamposto dell’Occidente ed è uno degli stati più moderni e tecnologicamente avanzati del mondo.

Dovremmo lanciare una campagna per far entrare Israele nell’Unione Europea. In Israele si può manifestare contro il governo pro tempore, si può essere omosessuali e partecipare al gay pride e si può vivere una vita normale e libera, cose queste non possibili negli stati islamici e arabi.

Perché ho compiuto questo rapido excursus storico? Perché dobbiamo sempre ricordare che le libertà acquisite non sono eterne e i diritti per cui i nostri nonni hanno combattuto e hanno anche perso la vita non sono stati messi in naftalina per sempre, devono essere difesi ogni giorno.

Nel mondo, purtroppo, ogni anno aumentano le persone che vivono sotto regimi autoritari, autocratici e persino dittatoriali. La democrazia (che è, per dirla alla Churchill, la peggior forma di governo, eccettuate tutte le altre) è presente in una minoranza di stati, e a parte l’Europa, gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone, l’Australia e Israele vi sono ben pochi altri stati realmente democratici.

Quindi per concludere, sono idealmente partito dalla Shoah, dall’abominio della guerra fratricida (tutte le guerre sono fratricide perché tutti gli uomini sono fratelli, anche se spesso ce lo dimentichiamo) e termino con un appello ai giovani, alle future classe dirigenti: studiate, in particolare la storia e mantenete sempre accesa la fiammella della libertà.

Non adagiatevi sulle conquiste sociali, civili e politiche, ma battetevi sempre perché gli spazi di dibattito e confronto aumentino, e non trionfi il pensiero unico. Il migliore antidoto al ritorno di quegli orrori che abbiamo vissuto meno di 80 anni fa è il pensiero. Pensate, ragazzi, perché solo chi pensa è veramente libero e non sarà mai schiavo, di nulla.

Alessandro Franzetti

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