Germignaga | 7 Gennaio 2019

“L’Europa ha un cuore?”, immigrazione e accoglienza nell’Alto Verbano

Una comunità che fa rete e non solo, con numerose associazioni che collaborano tra di loro. Appuntamento venerdì 11 alla Colonia di Germignaga

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In questi ultimi anni si parla spesso di migranti come di un’emergenza nazionale. Quasi mai si parla delle ragioni di chi emigra, delle condizioni che obbligano ad emigrare, dell’errore storico di distinguere tra chi ha diritto ad emigrare e chi non lo ha, negando l’intreccio di cause concomitanti come le guerre, le persecuzioni, i disastri climatici, la fame e la povertà. Si preferisce evocare la paura ed i pregiudizi sui migranti anziché ragionare sul modo di trasformare un problema in un’opportunità per tutti, noi e loro.

E così quasi mai si parla dell’impegno di tante associazioni che da anni si occupano di immigrazione ed accoglienza, partendo dagli squilibri Nord-Sud, passando per la cooperazione allo sviluppo fino ai progetti di buona accoglienza ed integrazione che si portano avanti nel nostro territorio.

Nasce quindi la necessità di relazionarsi, di confrontarsi, di far conoscere queste attività al fine di potenziare e strutturare una maggiore collaborazione e sinergia tra le istituzioni e quell’attivismo di volontariato che sta crescendo nel nostro territorio.

Questa necessità è stata recepita con grande entusiasmo da più di venti associazioni (ed altre ancora se ne aggiungeranno) che hanno deciso di organizzare un incontro pubblico presso la Colonia Elioterapica di Germignaga venerdì 11 gennaio 2019 alle ore 20.30 dal titolo: “L’Europa ha un cuore?” Immigrazione e accoglienza nell’Alto Verbano.

Il principale obiettivo della serata sarà quello di elaborare questo contaminante entusiasmo, verificando e possibilmente individuando modalità di affiancamento e di integrazione ai due principali ambiti operativi: l’ambito strutturato istituzionale e gli spontanei e singoli sforzi associativi (terzo/quarto settore) prodotti dalla società civile.

Questa è la vera motivazione della serata: la convinzione che questo spirito di relazione e di collaborazione possa arrivare a riassumersi in un progetto territoriale di Comunità Attiva che, affrontando insieme le emergenze e le criticità, arriva a capitalizzare le opportunità, sconfiggendo le paure ed allontanando le tensioni.

Comunità Attiva vuol dire avere una volontà di concretizzare progetti territoriali, vuol dire territorializzare le relazioni, vuol dire diventare consapevoli della necessità di un agire collettivo basato sulla fiducia nelle relazioni e soprattutto sui processi di condivisione per arrivare a co-progettare idee territoriali di prossimità.

Dunque, il contributo delle associazioni al fare Comunità, nella loro volontà attiva e determinata di relazione, vuol dire dichiarare di essere predisposti alla scrittura di una alleanza sociale che, qualora venisse condivisa nella rete, può influenzare l’agire della comunità e contribuire al grande progetto delle Comunità della Terra: siamo un’unica famiglia umana in un’unica casa comune, la Terra.

E l’Europa non può dimenticare di essere la terra dell’umanesimo, la madre di grandi uomini e donne che hanno saputo difendere e dare la vita per la dignità ed i diritti dei loro fratelli. Ora l’Europa si trova ad essere l’approdo di una umanità in cerca non più e non solo di un lavoro, ma di protezione, perché in fuga da guerre, da disastri ambientali, da un mondo ed un territorio in cui la vita è messa a rischio.

Dobbiamo dunque chiederci: cosa deve e può fare l’Europa, con le sue Comunità Nazionali, per diventare una delle tante grandi case dell’abitare; in che modo può contribuire a ridare voce e garantire l’affettuoso abbraccio inclusivo della Madre Terra?

Questo interrogativo sul futuro dell’Europa e del ruolo della comunità Italiana, lo approfondiremo la sera dell’11 gennaio grazie al contributo della scrittrice e giornalista Daniela Padoan.

Seguiranno, dopo l’introduzione di Daniela Padoan, le testimonianze di tante associazioni che nel nostro territorio mettono in pratica una buona accoglienza, quell’integrazione e condivisione con la popolazione locale che è fondamentale per abbattere la paura ed il pregiudizio, una volontà di capire e di comprendere la cultura e le tradizioni dell’Africa. Ma tutto questo è solo l’inizio di un cammino comune: collegialmente verificheremo se c’è la volontà di individuare ed elaborare attività di co-progettazione, in modo che si possano aprire nuovi e successivi momenti generativi di una Comunità Attiva.

L’invito di partecipazione è rivolto a tutti i Cittadini, alle Associazioni e alle Amministrazioni Comunali.

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