Curiglia con Monteviasco | 3 Gennaio 2019

“Ora Monteviasco rischia veramente di morire”

Nel borgo, isolato da novembre, problemi con spazzatura e materiale (cibo e attrezzature) per garantire il futuro dei ristoranti. La rabbia di Roberto Tosi

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Il borgo di Monteviasco rischia veramente di morire. La tragedia avvenuta lo scorso novembre, nella quale ha perso la vita Silvano Dellea, in un incidente durante le opere di manutenzione nell’impianto di risalita, infatti, ha completamente isolato la piccola località di montagna da quasi due mesi.

Nonostante il supporto da parte dei Carabinieri della Stazione di Dumenza, del Soccorso Alpino e di tanti volontari, però, i residenti e soprattutto i gestori dei ristoranti presenti, evidenziano enormi problemi per la loro quotidianità, come denunciato da alcuni cittadini luinesi che possiedono nella caratteristica frazione seconde case.

“È dal 15 dicembre che siamo aperti tutti i giorni – spiega Roberto Tosi, proprietario del locale ‘Il vecchio Circolo’ -, senza contare l’apertura nonostante i disagi legati al sequestro e al successivo mancato utilizzo della funivia. Non possiamo più andar avanti così, fino all’Epifania proseguiremo il nostro lavoro, ma dopo non riusciremo più ad accogliere i clienti. C’è un’enorme quantità di immondizia da portare giù, delle promesse fatte nelle scorse settimane nessuno sa nulla. I gatti, poi, spaccano i sacchi e in alcune via la situazione è uno scempio, un degrado assoluto. Per questa ragione, dopo l’ennesima chiamata in comune, sono costretto a denunciare agli organi di stampa”.

Una ventina di sacchi di spazzatura sono stati portati via prima di Natale dai boy scout di Luino, ma non è bastato. “Oltre a questo, poi, continuiamo a portare alimenti e prodotti utili per cucinare a spalla, dentro lo zaino, ma non possiamo più andare avanti così – continua Roberto -. Mentre saliamo è capitato di vedere la funivia in funzione, per le verifiche dell’Ustif e degli organi competenti, ma qui nessuno ci aiuta. Dov’è finito l’elicottero che non solo avrebbe dovuto portar via la spazzatura, ma sarebbe stato utile per fare arrivare quassù bombole del gas, vino, olio, carne, frutta e verdure, utili per riuscire a cucinare i pasti ai nostri clienti? A chi devo rivolgermi?”.

Ho oltre 2500 euro di cibo deperibile posto in un locale della funivia, in attesa di essere trasferito qui – conclude -. Ci sono rimasti gli ultimi due sacchi di pellet, e poi dovremo utilizzare la stufa a legna. Fortunatamente ancora non c’è tutto questo freddo, ma noi non sappiamo più cosa fare. Rispettando il dolore per la tragica scomparsa e per le indagini in corso, ma mi sembra sia un paese del terzo mondo. Noi cerchiamo di fare il nostro mestiere nel migliore dei modi possibili, paghiamo le tasse, tra cui mille euro all’anno di spazzatura, ma come possiamo andare avanti così? Chiediamo solo che che vengano garantiti i nostri diritti”.

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