Varese | 13 Luglio 2018

Goletta dei Laghi, Legambiente: “Tra Maggiore e Ceresio troppi punti fortemente inquinati”

La Goletta dei Laghi di Legambiente ha presentato oggi a Villa Recalcati i dati 2018: Germignaga, Laveno Mombello e Porto Ceresio bocciate

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La Goletta dei Laghi di Legambiente (campagna itinerante che da oltre un decennio monitora lo stato di salute degli ecosistemi lacustri, ndr), lascia la Lombardia alla volta del Friuli Venezia Giulia, e chiude la tappa lombarda a Varese, nella sede della provincia in Villa Recalcati, tracciando un primo bilancio dei laghi lombardi per il 2018.

Un’iniziativa, giunta quest’anno alla sua tredicesima edizione, realizzata in collaborazione con CONOU – Consorzio Nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati e Novamont. Goletta ha presentato oggi il report “Laghi Lombardi 2018”, frutto delle attività svolte dal “Cigno Azzurro” sui laghi di Garda, d’Iseo, di Como, del Ceresio, di Ghirla e del lago Maggiore, dal 29 giugno al 13 luglio.

Diverse le novità di questa edizione, a partire proprio dal monitoraggio microbiologico che si è concentrato esclusivamente sui punti più critici in termini di cattiva depurazione. In passato, infatti, il numero dei punti di monitoraggio alla ricerca di contaminazione batteriologica, venivano stabiliti in rapporto ai chilometri di sponda, oltre che dalle segnalazioni dei cittadini. Così da avere un quadro di risultati quanto più significativo possibile.

Negli anni questo approccio ha permesso di identificare dei veri e propri “malati cronici”, vale a dire dei punti ove la contaminazione derivante da mancata depurazione è sempre risultata ben oltre i limiti di legge.

“Da tredici anni la Goletta dei Laghi attraversa il paese alla ricerca delle principali criticità che affliggono i bacini lacustri italiani – spiega Talia Laurenti, responsabile scientifico della Goletta dei Laghi -, non solo relative alla cattiva o mancata depurazione delle acque, ma all’intero sistema territoriale che insiste sui bacini”.

I tecnici controllano lo stato di qualità dei laghi attraverso le analisi microbiologiche delle acque, prelevando campioni in diversi punti considerati sensibili, sia per l’elevata attività antropica, che per l’affluenza di scarichi nel bacino, spesso segnalati dai cittadini tramite il servizio “SOS Goletta”. Nel monitoraggio vengono prese in esame le foci dei fiumi e torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che si trovano lungo le rive laghi: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica di origina fecale, indice della presenza di scarichi abusivi o di un insufficiente sistema di depurazione delle acque che attraverso i corsi d’acqua arrivano a lago.

Il punto di monitoraggio è fissato dove si prevede il maggior afflusso di bagnanti o dove il rischio di inquinamento è più elevato. Legambiente ribadisce da anni che quelli effettuati dalla Goletta dei Laghi sono campionamenti puntuali, che non vogliono sostituirsi ai controlli ufficiali, ne pretendere di assegnare patenti di balneabilità, ma restituiscono comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni.

Su trenta campioni analizzati, prelevati in trenta punti critici per la balneabilità, spesso alle foci di fiumi e torrenti, sedici sono risultati oltre i limiti di legge per inquinamento batteriologico. Una nota positiva: dieci punti tra quelli risultati entro i limiti, l’anno scorso erano risultati inquinati: c’è un miglioramento, quindi, ma la situazione resta fortemente critica.

“Il quadro che emerge dai monitoraggi mostra quanto sia lunga ancora la strada verso il completo risanamento delle acque dei nostri laghi – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. Una situazione che vede più del 50% dei punti sotto monitoraggio inquinati da reflui fognari non collettati o che arrivano da impianti di depurazione che non rispettano i parametri di legge. La Lombardia ha bisogno urgente di mettere in moto la macchina degli investimenti per completare le infrastrutture e la dotazione impiantistica. I laghi lombardi sono tra i più belli al mondo. Tutelare le acque che rendono unico il loro paesaggio è una responsabilità che spetta, in primis, alle istituzioni”.

A conferma di tutto ciò, ricordiamo che ad oggi il 40% dei bacini lacustri italiani si trova in uno stato di qualità insufficiente rispetto ai traguardi proposti dalle direttive europee, e che il 41% non è stato classificato. In Lombardia, 99 agglomerati urbani sono coinvolti nella procedura di infrazione nr. 2014/2059 per mancata depurazione, e 37 restano non conformi. Di questi, 30 solo in provincia di Brescia.

Nel Varesotto su nove punti monitorati tra Ceresio, Maggiore e Ghirla, sei risultano fortemente inquinati e solo tre entro i limiti. “Ancora una volta dobbiamo constatare quanto sia lento il processo di risanamento di fiumi e torrenti varesotti – dichiara Alberto Minazzi, coordinatore dei circolo Legambiente del Varesotto -. Dopo tanti anni di Goletta dei Laghi, fiumi come l’Acquanegra o il Bardello portano inquinanti nel lago Maggiore dovuti al mancato collettamento delle acque di fognatura. Così come il Ceresio lombardo, che continua ad essere conosciuto, nella sua estensione italiana, come ricettore delle acque mal depurate provenienti anche dai comuni dell’entroterra. Siamo la ‘terra dei 7 laghi’, sarebbe ora di curarsi delle loro acque”.

Anche per il 2018 è stato effettuato il monitoraggio delle microplastiche presenti in acqua, seguendo il protocollo messo a punto con Enea, che per il terzo anno consecutivo effettuerà la caratterizzazione dei rifiuti presenti nei campioni raccolti da tecnici. I risultato verranno comunicati in autunno.

Nei grafici allegati in galleria sono presenti le tabelle con i dati aggiornati.

 

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