Lavena Ponte Tresa | 29 Giugno 2018

A Lavena Ponte Tresa oggi “L’eco di Chernobyl”, intenso lavoro artistico di Gabriele Vanetti

Gli scatti, realizzati in bianco e nero, raccontano un angolo di mondo privato dei suoi colori dalla mano dell'uomo. L'appuntamento è per questa sera alle 18

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Un angolo di mondo nel quale il tempo sembra essersi arrestato, quello raccontato nel toccante reportage fotografico di Gabriele Vanetti. Scatti intensi, raccolti con la maschera per filtrare l’aria sul volto ed il contatore di radiazioni sempre in tasca, capaci di tessere le fila di un racconto desolante di cui protagonista indiscusso è la realtà messa in ginocchio dalle radiazioni: quella di Chernobyl.

“L’eco di Chernobyl” il nome del progetto che racchiude il lavoro portato avanti da ben quattro anni dal fotografo Gabriele Vanetti, che questa sera sarà presentato nella cornice dell’Antica Rimessa del Tram di Lavena Ponte Tresa. Nato a Varese nel 1984 e residente ad Arcisate, Gabriele Vanetti racconta il mondo attraverso la sua grande passione, quella per la fotografia. “Mi piace lasciarmi coinvolgere emotivamente da ciò che racconto attraverso le mie immagini – spiega Gabriele -. Non mi basta scattare una bella immagine, con la mia fotografia cerco di raccontare qualcosa. Amo la fotografia spontanea, naturale in cui non ci sono pose, né regia”.

“Con la maschera sul volto per filtrare l’aria, il contatore di radiazioni sempre in tasca e l’autorizzazione del governo – racconta il fotografo di Arcisate -, nel corso degli ultimi anni ho visitato più volte Chernobyl, la città fantasma di Pripyat e la zona di esclusione: un ambiente spettrale, dove il tempo si è congelato, un angolo di mondo segnato per sempre dagli effetti della radioattività, un angolo di mondo che non tornerà mai più come prima. La prima volta mi sono recato in questi luoghi spinto semplicemente dalla curiosità e dalla voglia di ‘toccare con mano’ una storia di cui avevo sentito parlare solamente in televisione e su qualche giornale. In seguito però, conoscendo i luoghi e grazie alle persone che ho incontrato, ho sentito la voglia e il bisogno di tornare a parlare attraverso le mie fotografie di quella tragedia ormai quasi dimenticata che ancora oggi mostra i suoi effetti e che ha costretto migliaia di persone a rinunciare a tutto”.

“Ma soprattutto  – prosegue Gabriele – ho sentito la necessità di raccontare le vite e le testimonianze di alcuni anziani che abitano tutt’ora nelle loro vecchie case, a cui non hanno voluto rinunciare, all’interno della zona di esclusione dopo tanti anni da quel triste 26 Aprile 1986. Storie di vita diverse, che dimostrano quanto queste persone hanno perso e quanto sono state danneggiate da quel terribile incidente nucleare. Un’esperienza che mi ha letteralmente segnato emotivamente, che ha cambiato il mio modo di fotografare, ma soprattutto il modo di vedere il mondo che mi circonda. Periodicamente vado a trovare alcune di queste persone sia per portare loro alcuni generi di conforto sia per portare loro un sorriso e un po’ di compagnia. Con alcuni di loro ormai si è instaurato un vero e proprio rapporto di amicizia e affetto, un legame che mi spinge a portare avanti tutto il mio progetto perché “L’eco di Chernobyl” è un progetto anche per loro, per far conoscere la storia di queste persone. Un reportage tutto in bianco e nero perché la desolazione di questo angolo di mondo, rovinato dalla mano dell’uomo, non ha colori. Cristalli di ricordi e di memorie si specchiano negli sguardi, nelle mani degli abitanti invisibili che mai si sono arresi, pur senza scampo. Tutto in bianco e nero… perché il viaggio continua dopo la notte come un forte eco: l’eco di Chernobyl”.

L’esposizione fotografica sarà inaugurata questa sera, venerdì 29 giugno, alle ore 18 presso l’Antica Rimessa del Tram di Lavena Ponte Tresa, dove sarà offerto un aperitivo a tutti i partecipanti. La mostra resterà a disposizione del pubblico fino a domenica 8 luglio dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 17.30, e il sabato e la domenica dalle 10 alle 18. Nelle serate di venerdì e sabato sarà, inoltre, possibile visitare la mostra delle 20 alle 22, approfittando dell’apertura serale.

(Foto © Gabriele Vanetti)

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