Milano | 19 Aprile 2018

Lombardia, nel 2017 stimati più di 63mila nuovi casi di tumore. Seno e colon retto i più comuni

Dopo cinque anni il 63% delle donne e il 54% degli uomini sconfiggono la malattia. Ogni anno diagnosticati 89 mila tumori rari su tutto il territorio nazionale

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Si è svolta stamane a Palazzo Lombardia la presentazione nel volume “I numeri del cancro in Italia 2017”, i volumi a cura di AIOM-AIRTUM-Fondazione AIOM, dove è intervenuto anche l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera ricordando come la Lombardia sia “una delle poche regioni italiane ad aver attuato una rete oncologica, che rappresenta oggi una realtà consolidata: un sistema di accessi diffusi nel territorio consente al cittadino di entrare nei percorsi di cura direttamente nel proprio luogo di residenza e di disporre di una valutazione multidisciplinare”.

Un sistema che nel corso degli anni “ha consentito di raggiungere risultati importanti in termini di qualità dell’assistenza”. Ma non solo. “La nostra Regione ha svolto un ruolo fondamentale nell’istituzione della Rete Nazionale dei Tumori Rari. È stato proprio l’Istituto Tumori di Milano, struttura d’eccellenza ed altamente qualificata del sistema sanitario lombardo, ad avviare il primo progetto per una Rete di questo tipo”.

Come riporta la ricerca, lo scorso anno in Lombardia sono stati stimati 63 700 nuovi casi di tumore (33 150 uomini e 30 550 donne). I tre tumori più frequenti sono quelli del seno (8 950), colon retto (8 600) e polmone (7 200). La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi corrisponde alla media nazionale, con il 63% fra le donne e il 54% fra gli uomini. Ogni anno Italia vengono diagnosticati 89 mila tumori rari, di cui circa 14.500 in Lombardia. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è pari al 55%, inferiore rispetto alle neoplasie ad alta incidenza (68%).

“Le evidenze scientifiche – ha sottolineato Gallera – ci dicono che i migliori risultati in termini di sopravvivenza, adeguatezza delle cure e qualità di vita delle pazienti colpite da questa neoplasia sono direttamente proporzionali al numero di casi trattati per centro di cura. Per questo in Lombardia è stata realizzata una Rete regionale, formata da 38 Centri di Senologia, le Breast Unit, dove team multidisciplinari sono in grado di offrire tempestivamente le migliori cure”.

Con due disposizioni in Regione Lombardia sono stati attivati percorsi di aggiornamento dei programmi di screening: per il tumore alla mammella è prevista una mammografia con cadenza biennale alla popolazione femminile tra i 50 e i 74 anni e mammografia con cadenza annuale alle donne tra i 45 e i 49 anni; per il tumore al colon retto, un test del sangue occulto nelle feci con cadenza biennale ai cittadini tra i 50 e i 74 anni; mentre per il tumore alla cervice uterina, un Pap test con cadenza triennale alle donne tra i 25 e i 33 anni e un HPVdna test con cadenza quinquennale tra i 34 e i 64 anni.

Dal volume si scopre che la Lombardia presenta alcune fra le percentuali più alte in Italia di adesione ai programmi di screening organizzati. Dal 2007 lo screening colonrettale (test del sangue occulto nelle feci) è a sistema su tutto il territorio e l’adesione in regione del 49% dei pazienti nel 2016 conferma il trend superiore alla media nazionale (36% nel 2016), con le donne più aderenti degli uomini (51% vs. 44%), un tasso che cresce all’aumentare dell’età. Il test utilizzato in tutti i programmi di screening mammografico è la mammografia bilaterale in doppia proiezione, in tutti i casi la lettura dell’esame avviene grazie alla refertazione di ogni radiogramma da parte di due radiologi. Due anni fa l’adesione in Lombardia è stata pari al 67%, con ancora una volta un valore al di sopra della media nazionale (44%).

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