Luino | 21 Febbraio 2018

Andrea Scanzi e il suo “Renzusconi” oggi a Luino: “Soffro nel vedere come siamo ridotti”

L'appuntamento è per questa sera a partire dalle ore 21 al Teatro Sociale, quando il noto giornalista e scrittore metterà in scena il suo ultimo spettacolo teatrale

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Dopo gli spettacoli di Marco Travaglio e Gianluigi Paragone andati in scena al Teatro Sociale di Luino negli scorsi mesi, il paese lacustre oggi vedrà protagonista Andrea Scanzi che metterà in scena il suo ultimo libro “Renzusconi”, dalle ore 21.

Col suo consueto stile, ironico e graffiante, Andrea Scanzi salirà sul palco del teatro luinese per affrontare questo racconto teatrale in un esilarante – e talora inquietante – monologo. La formula, già usata dall’autore in spettacoli di successo come “Gaber se fosse Gaber”, è quella della narrazione intervallata da filmati.

Per questo siamo andati ad intervistare il giornalista de “Il Fatto Quotidiano” e scrittore, Andrea Scanzi. Ecco quello che ci ha raccontato.

Da dove nasce l’idea di scrivere Renzusconi?

Il grande merito va all’amico e collega Marco Lillo, che da tempo mi diceva di scrivere un libro politico per “Il Fatto Quotidiano”, anche se ultimamente ero più indirizzato ai romanzi. Questa sua idea ha acceso in me una lampadina e allora ho iniziato a pensarci. Prima da cittadino e poi da giornalista, soffro nel vedere come siamo ridotti, con il centrosinistra ormai uguale al centrodestra. Al di là delle unioni civili e del biotestamento, racconto le somiglianze tra i due. Renzi credo sia la sbornia più grande che abbiano preso gli italiani. Il renzismo non lo capisco, non capisco cosa ci trovino in lui gli italiani. A livello tecnico è improponibile.

E allora qual è il legame politico tra Renzi e Berlusconi che sveli nello spettacolo?

Sono tanti i punti salienti. Entrambi hanno un aspetto fisico goffo, sono narcisi e a guardarli bene sono buffi loro malgrado, quasi caricaturali. Pensano di saper comunicare bene solo loro e gli altri sono il male. Invece, entrambi hanno una classe dirigente pietosa. I renziani sono messi peggio dei berlusconiani, per me, perchè tra Gelmini e Boschi non esiterei un attimo a dire Gelmini. Sono tutti refrattari alla critica, ma spesso Renzi ha fatto peggio di Berlusconi. Il mio riferimento va alla lottizzazione della Rai ad esempio, inarrivabile per Berlusconi. Renzi è andato oltre, sono stati mandati via Floris e Gabanelli, per dirne una. Oppure la lotta politica, la modifica dell’articolo 18. Berlusconi non ha avuto il coraggio, Renzi lo ha fatto. Ma anche la flessibilità infinita del lavoro con il Jobs Act, per non parlare dello Sblocca Italia o della Buona Scuola. Al 70% credo che Renzi sia uguale a Berlusconi.

Dopo il libro, ora lo spettacolo teatrale. Come mai hai scelto di percorrere questa strada artistica?

Non pensavo neanche lontanamente di trasformare il libro in spettacolo teatrale. In estate mentre scrivevo il libro ero in giro in moto e pensavo “che palle, non ho voglia di scriverlo”. Doveva finire lì. Poi, invece, cominci a vedere le classifiche… un giorno ero in tv, a La7, e ho litigato con Rosato (l’ideatore della nuova legge elettorale, ndr). Ho detto in faccia quello che pensavo di lui e della legge elettorale, mi stavo divertendo a raccontare cose tristi. Online le visualizzazioni sono state milioni e allora ho unito l’utile al dilettevole. Abbiamo messo su lo spettacolo in una settimana e siamo partiti da Massa Carrara. Non pensavo venisse fuori tutto questo casino, sinceramente. In 25 giorni ogni sera in un posto diverso. È bello sentire il desiderio delle persone di ascoltarti a teatro, una congiuntura astrale favorevole, anche dal punto di vista commerciale. Mi diverto molto, inutile negarlo, anche se lo spettacolo è “doloroso” in alcuni passaggi. Mi destabilizza, ma il fatto di avere teatri sold out, con tantissime persone per il firma copie… beh, che dire? Quindici anni fa vedevo Travaglio farlo, ora ci sono io…

Come vivi il paragone con Marco Travaglio?

Marco non solo è il mio direttore, ma è un vero amico. Per me è sempre stato un maestro, anche prima di conoscerlo. Lo leggevo, ascoltavo, ed ero d’accordo con lui nove volte su dieci. Se mi paragonassi a Maria Teresa Meli, in tv, ci rimarrei male, ma il paragone con Marco lo vivo benissimo. Poi privatamente siamo diversi, è normale: lui è astemio io no, a lui piace Renato Zero a me no, lui è juventino io milanista… e così via…

Quanta importanza ha il teatro civile in Italia?

Ne ha tantissima. Io ho sempre amato Giorgio Gaber, Dario Fo, Luttazzi, Paolini e Bergonzoni, per citarne qualcuno. Il teatro per me è sacro. È un luogo che genera appartenenza, un luogo in cui puoi raccontare cose che in tv eviti di dire. Anche se il teatro è in crisi ed è faticoso andarci, perchè è più facile farsi rincoglionire dalla tv e da YouTube, penso che il palco regali quella nobiltà e quella magia uniche. Io mi sto divertendo molto a stare sul palco, mi trovo bene. È indice dell’amore che provo per questa arte.

Secondo te, quanto incidono spettacoli di questo tipo sull’opinione pubblica e sul voto degli italiani in un periodo elettorale? Quale appartenenza politica hanno i tuoi spettatori?

Non so quantificare quanti voti spostiamo, ma credo molti meno di quanto pensano nel centrodestra. In tv e sui social io, Marco Travaglio e Antonio Padellaro, siamo molto seguiti. Magari anche perchè ci criticano e ci insultano, ma siamo seguiti. Generiamo share. Ai miei spettacoli non credo che in prima fila si sieda un berlusconiano. Gli elettori che mi seguono credo siano più legati alla destra liberale, quella della Meloni per intenderci, anche perchè tutto si può dire tranne che Marco sia di sinistra. Mi detestano i renziani, quelli sì, ma non gli elettori del Pd.

Cosa pensi accadrà dopo le elezioni del 4 marzo? Chi governerà il paese nel caso in cui si dovessero raggiungere i numeri per la governabilità?

Sarà una situazione molto particolare, prevedo due scenari. Il primo, non semplice da raggiungere, è quello di una vittoria del centrodestra che superando tutti insieme il 40% vada al governo. Il secondo, invece, più probabile, è proprio l’attuazione del “Renzusconismo”. Ormai l’Italia è tripartitica con il centrodestra, il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle, con Liberi e Uguali che ancora deve trovare una collocazione. In questo secondo scenario Berlusconi si libera degli estremismi, Meloni e parte della Lega di Salvini, tenendosi la quota maroniana, al quale potrebbe poi affidare un ministero. Renzi si unisce insieme all’area di Lorenzin, Santanchè, Fitto e Lupi, e così viene fuori il quinto governo tecnico, magari con Paolo Gentiloni. Questo è quello che ipotizzo io, oggi, 21 febbraio. È uno scenario desolante, perchè arriva da sette anni di governi tecnici. Monti era un’anomalia, poi Letta e poi Renzi, con Gentiloni. Non vedo altre strade sinceramente, anche se dipenderà molto dai collegi uninominali. Ce ne sono 40-50 che ballano. Dipenderà quanto sarà forte il Movimento 5 Stelle al sud. In ogni caso, la situazione sarà molto preoccupante

Al termine dello spettacolo Andrea Scanzi, per la prima volta a Luino, si dedicherà al pubblico anche per il firma copie. È prevista anche una torta finale per tutti.

I biglietti dello spettacolo potranno essere acquistati in prevendita online su i-ticket.it oppure a Luino presso l’ufficio di via Voldomino, 6 de “La Reggia dei Servizi” (0332 534 368). Due euro del ricavato del biglietto saranno impiegati a sostegno di un progetto cinematografico per ragazzi disabili chiamato “Malelingue”.

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