Varese | 6 Novembre 2017

DASPO per un 25enne elvetico coinvolto negli scontri durante Varese-Como dello scorso settembre

Il ragazzo, recidivo, non potrà partecipare ad altre manifestazioni calcistiche per sei anni. Nove i DASPO emananti per quella partita fino ad oggi

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La Questura di Varese ha denunciato lo scorso 3 novembre un altro tifoso per i fatti avvenuti durante la partita di calcio di Serie D Varese-Como dello scorso 10 settembre, in particolare è stato accusato di “rissa, scavalcamento e utilizzo di oggetti atti ad offendere”.

Per l’uomo, un ragazzo di nazionalità svizzera di venticinque anni, è stato emesso il D.A.SPO, a cui peraltro era già stato condannato, risultando dunque recidivo. Di conseguenza, per il tifoso elvetico qualsiasi manifestazione calcistica sarà preclusa alla partecipazione per i prossimi sei anni.

Una condanna, quella della Polizia di Stato, che si va ad aggiungere agli altri 8 D.A.SPO già disposti nei confronti dei tifosi ultras (5 del Varese e 3 del Como), sette dei quali con obbligo di firma, essendo risultati “responsabili degli scontri verificatisi nei primi minuti di gioco”.

Le immediate attività espletate da parte della Digos, con la collaborazione del Centro di Cooperazione di Polizia e Dogana di Chiasso (Svizzera), hanno permesso, attraverso l’analisi delle immagini estrapolate dai video effettuati dagli operatori della Polizia Scientifica e dal sistema di videosorveglianza, di identificare ed individuare i responsabili e i coinvolti negli scontri.

“Si ricorda, in particolare ai giovani lettori, – si legge nella nota della Polizia di Stato – che il termine ‘sport’ è l’abbreviazione della parola inglese ‘disport’, che significa divertimento ed è inverosimile che durante una partita di calcio, peraltro tanto attesa come Varese-Como, qualcuno abbia colto il pretesto per sfogare un sentimento aggressivo e violento.”

La circolare si conclude con una citazione riflessiva: “Facciamo tesoro del motto «L’’importante non è vincere, ma partecipare. La cosa essenziale non è la vittoria, ma la certezza di essersi battuti bene». Chi ama veramente lo sport e ne conosce i sacrifici e le soddisfazioni, saprà farsi portavoce dei valori che rappresenta, da infondere ai bambini, che guardano con ammirazione i loro campioni.”

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