Varese | 31 Agosto 2017

Imprese a caccia dei tecnici (che non ci sono), “Governo riconosca ruolo delle aziende-formatrici”

Più di centomila assunzioni tra luglio e settembre nei settori dell’innovazione e della tecnologia. Non sempre per le Pmi è possibile reperire le competenze sul mercato

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Il dg di Confartigianato, Mauro Colombo: «L’impegno delle imprese c’è, tocca alla politica renderlo strutturale ed economicamente sostenibile».

Più di centomila assunzioni (117.560, per la precisione) previste su scala nazionale nel solo periodo luglio-settembre e nei soli settori dell’innovazione tecnologica. La rivoluzione digitale, e gli incentivi legati al Piano Nazionale Industria 4.0, spingono dunque l’occupazione e rilanciano un bisogno mai realmente soddisfatto: quello di tecnici specializzati da inserire nelle Pmi. A confermarlo è una rilevazione condotta su scala nazionale da Confartigianato e confermata a livello locale dalle tendenze rilevate dal servizio AreaLavoro di Confartigianato Varese.

L’analisi evidenzia, nello specifico, come le aziende ricerchino oggi più che mai diplomati in meccanica, meccatronica ed energia (32.570) oltre che diplomati in elettronica ed elettrotecnica (13.350). Domanda elevata anche per la qualifica o il diploma professionale a quattro anni in meccanica (34.940 assunzioni previste), per gli ingegneri elettronici (9.840) e gli ingegneri industriali (8.550).

Ma, se il bisogno c’è, è la possibilità di reperire sul mercato le figure adatte a rendere farraginosi i meccanismi della ripresa e a frenare la spinta all’innovazione tecnologica.

Figure introvabili. Tra le professioni più richieste e con maggiore difficoltà di reperimento figurano gli addetti all’installazione di macchine utensili (introvabili per il 64% delle assunzioni previste) e gli addetti alla gestione di macchinari a controllo numerico (manca all’appello il 58% del personale necessario alle imprese). Problemi anche a reperire 14.990 operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (pari al 43% del totale di questa qualifica richiesta dalle imprese) e 14.430 tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione (39%).

«Problemi che purtroppo ci sono ben noti – conferma il direttore generale di Confartigianato Varese, Mauro Colombo – Da mesi lavoriamo per sensibilizzare famiglie, scuole e imprese affinché si arrivino a incrociare le aspirazioni dei nostri ragazzi con le offerte curricolari degli istituti superiori, e delle università, e con la capacità delle aziende di accompagnare i giovani nel processo formativo pratico».

Ife, orientamento e dialogo con le scuole. L’operazione Ife – Imprese formative di eccellenza – va in questa direzione e conta già un buon numero di adesioni. Analogo impegno è rivolto all’orientamento per famiglie e studenti delle scuole secondarie di primo grado e all’interlocuzione con scuole ed enti pubblici, affinché per tutti diventi chiaro ciò che il territorio offre in termini occupazionali e quanto, per le aziende, la collaborazione e il dialogo siano premessa fondamentale per costruire non solo l’innovazione ma anche per agevolare gli importanti ricambi generazionali in atto. Sfruttando tutti gli strumenti offerti dalla normativa: alternanza scuola-lavoro, apprendistato di primo e terzo livello, apprendistato.

Le cifre (record) dell’apprendistato. E proprio l’apprendistato sta dimostrando di essere la strada maestra dell’inserimento lavorativo dato che, tra il maggio 2016 e il maggio 2017, la crescita su scala nazionale è stata pari al 27,2%, per un totale di 258.631 apprendisti assunti e una media di 1.026 giovani entrati nel mondo del lavoro ogni giorno. Una vera e propria esplosione dovuta soprattutto alle micro e piccole imprese, dove le assunzioni con contratto di apprendistato arrivano oggi all’11,5%, il doppio rispetto al 5,5 delle medie aziende e delle industrie. E sono sempre le piccole imprese ad aver fatto segnare, al primo trimestre 2017, il non irrilevante incremento di 157.160 posti di lavoro (il 77,3% dei nuovi occupati nel totale delle imprese).

Formatrici della pratica”. Un processo virtuoso «che, tuttavia, è necessario rendere strutturale, incentivando le virtuosità e rendendole “casi scuola” dai quali partire per riconoscere a tutti gli effetti alle aziende il ruolo di “formatori della pratica” che ormai da tempo si sono assunte» prosegue Colombo. «Ad oggi – conferma Umberto Rega, responsabile formazione Confartigianato Varesenon tutti i fondi interprofessionali riconoscono, ad esempio, il cofinanziamento dell’apprendistato professionalizzante, che pure è fondamentale per la formazione, la riqualificazione e l’inserimento occupazionale». La stessa VersioneBeta, scuola di formazione permanente avviata oltre un anno fa in via Baracca a Busto Arsizio, si occupa di accompagnare le aziende nella redazione dei piani formativi (da tre o cinque anni, così come previsto dal contratto dell’artigianato) dell’apprendistato professionalizzante, «per allineare il più possibile la preparazione di base al mondo del lavoro e per fornire le migliori risposte alle esigenze delle singole imprese». Un’ulteriore conferma di quanto, oggi, scuola è un concetto che va ben oltre i confini dell’aula e della lavagna.

Corsi Ifts e Its: crescere in competenze. Un altro fronte sul quale Confartigianato Varese è impegnata è quello relativo ai corsi Ifts (Istruzione formazione tecnica superiore), ovvero ai percorsi di formazione di ottocento-mille ore (il 40% delle quali riservate al tirocinio in azienda) progettati e realizzati da enti di formazione professionale insieme alle imprese, alle università e agli istituti superiori. «Agli Ifts possono accedere diplomati che intendano virare la propria preparazione su settori molto specifici, e particolarmente apprezzati dal tessuto economico locale – prosegue Rega – Per questo motivo, e per rispondere alle esigenze concrete del mercato del lavoro, le lezioni vengono tenute da docenti di tutte le Istituzioni promotrici e da qualificati esperti di settore». I costi sono rivolti agli under 29 (occupati e no), in possesso di diplomi di scuola secondaria superiore o professionale, iscritti all’università o già laureati. Al superamento dell’esame finale, viene rilasciato il “Certificato di Specializzazione Tecnica Superiore”, valido a livello nazionale e europeo. In caso di interruzione del percorso formativo, potranno essere rilasciate attestazioni intermedie delle competenze acquisite. Il conseguimento dell’attestato da parte di coloro che sono in possesso di Diploma professionale di Tecnico consente la successiva iscrizione a un percorso di Istruzione tecnica Superiore (Its). Le università presenti nei singoli progetti possono riconoscere crediti che verranno certificati al termine del percorso formativo. E gli Its? Si tratta di scuole ad alta specializzazione tecnologica, nate per rispondere alla domanda di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche. Formano tecnici superiori nelle aree strategiche per lo sviluppo economico e la competitività e costituiscono il segmento di formazione terziaria non universitaria. Si costituiscono secondo la forma della Fondazione di partecipazione che comprende scuole, enti di formazione, imprese, università e centri di ricerca, enti locali. Confartigianato è al momento partner dell’Its Incom, Istituto tecnico superiore per i metodi e le tecnologie per lo sviluppo di sistemi software (biennale) e dell’Its Red (biennale), con sede a Varese, specializzato nel risparmio energetico nell’edilizia sostenibile e nella gestione integrata del cantiere (le lezioni si svolgono rispettivamente al Tosi di Busto e al Daverio Casula di Varese).

Bisogna ripartire dalle aziende. «Tutto questo – conclude e conferma il presidente nazionale di Confartigianato, il varesino Giorgio Merletti – ci dice che bisogna ripartire dalle aziende e dall’apprendistato per offrire risposte efficaci alle richieste del sistema economico e per preparare i giovani a entrare in un mercato del lavoro che richiede competenze tecniche evolute imposte dalla rivoluzione digitale». «Gli interventi del Governo per l’occupazione giovanile – prosegue – devono quindi rilanciare questa “palestra” in cui i giovani studiano e lavorano. A cominciare dal rifinanziamento dello sgravio contributivo totale nei primi tre anni di contratto per le assunzioni di apprendisti in aziende fino a nove dipendenti». È tempo di rivoluzione copernicana anche sul fronte della formazione.

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