Milano | 11 Luglio 2017

Gestione e abbattimento dei cinghiali, approvata la legge regionale

Regione Lombardia, inoltre, ha stanziato 900mila euro in tre anni per il risarcimento dei danni

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Nuove regole per contenere o eliminare l’emergenza cinghiali in Lombardia. Il Consiglio regionale, con 51 voti a favore e 10 contrari (M5S e Sel), ha approvato la legge per la “gestione faunistico-venatoria del cinghiale e recupero degli ungulati feriti”.

“Oggi – ha detto il relatore Alessandro Sala (Lista Maroni) – abbiamo fatto una grossa sintesi tra le istanze degli agricoltori e quelle del mondo venatorio e degli ambientalisti”. Si è così concluso un liter che ha impegnato per diverse settimane la Commissione Agricoltura e uno specifico gruppo di lavoro, che ha abbinato due distinti progetti di legge di iniziativa consiliare e della Giunta”.

La legge. Tra le novità introdotte è previsto il dovere degli ambiti e dei comprensori alpini di risarcire fino al 30% i danni causati dai cinghiali nelle aree dove è consentita la caccia (in montagna i risarcimenti per i danni ai prati permanenti interesseranno non solo gli imprenditori agricoli, come richiesto da un emendamento del PD); ambiti e comprensori avranno il compito di promuovere iniziative di prevenzione. Per il triennio 2017-2019 sono previsti 300.000 euro all’anno per i risarcimenti. Regione Lombardia, confrontandosi con Ispra, delibererà entro 180 giorni dall’entrata della legge la suddivisione del territorio agro-silvo-pastorale lombardo in aree idonee e in aree non idonee alla presenza del cinghiale e individuerà le “unità di gestione della specie” (porzioni di territorio in cui vengono definiti obiettivi e modalità di intervento sulla specie). La legge stabilisce che la “gestione del cinghiale” avviene “mediante prelievo venatorio e controllo nelle aree idonee e mediante controllo e prelievo venatorio di selezione nelle aree non idonee”, dove la presenza dovrebbe tendere allo zero. Sono state stabilite anche regole per il recupero degli animali feriti e delle carcasse: i capi abbattuti potranno essere consegnati ai centri di lavorazione selvaggina (CLS) o ad altre strutture autorizzate, e parte dei capi potranno essere dati in “beneficenza alimentare”.. Inoltre si dà la possibilità di prevedere nelle aziende faunistiche venatorie e agrituristiche apposite recinzioni che ospitino cinghiali registrati con la finalità di allenare i cani da caccia. Il “prelievo venatorio” può essere effettuato solo con licenza di caccia e ogni cacciatore abilitato alla “selezione” potrà fruire di 15 giornate di caccia aggiuntive rispetto a quelle già previste dalla legge regionale. Sanzioni sono previste per chi immette o detiene illegalmente cinghiali, per chi li alleva in strutture autorizzate ma violando le disposizioni vigenti e infine per chi viene sorpreso ad abbattere cinghiali senza autorizzazione.

I dati. Nel territorio lombardo si stima siano presenti non meno di seimila cinghiali in particolare concentrati nelle province di Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Sondrio e Varese e più di 4 mila nella zona appenninica della provincia di Pavia. Dal 2004 al 2015 sono stati registrati oltre 6500 eventi dannosi alle produzioni agricole (dato che si limita ai danni denunciati) e a titolo di indennizzo sono stati erogati oltre 2 milioni e 500 mila euro (cifra basata sulle risorse disponibili, non sul danno prodotto).

Pregiudiziale. Prima della discussione generale era stata respinta una questione pregiudiziale proposta dalla consigliera Chiara Cremonesi (SeL), ritenendo il progetto di legge incostituzionale.

Su www.lombardiaquotidiano.com è disponibile anche la sintesi del dibattito in Aula.

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