14 Aprile 2017

AlpTransit, “Trasferiamo i nostri treni ad Andromeda. Avremo più tempo per le decisioni”

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Il tema di AlpTransit continua ad essere un tema fondamentale del nostro territorio, anche grazie alla presa di posizione dei sindaci dei comuni sui quali insiste la linea ferroviaria Zenna-Luino-Laveno Mombello-Sesto Calende-Gallarate. Solo ieri le dichiarazioni del sindaco di Luino, Andrea Pellicini, che chiederà a gran voce al Ministero dei Trasporti un maggior potenziamento della linea Laveno-Sesto Calende per quanto riguarda i treni passeggeri. Oggi, invece, ci sono arrivate in redazione alcune riflessioni di Diego Intraina.

Il treno Ti.Lo. fermo alla stazione ferroviaria di Luino (tilo.ch)

AlpTransit, “Trasferiamo i nostri treni ad Andromeda. Avremo più tempo per le decisioni”. Prendiamo atto, con qualche preoccupazione derivata dall’esperienza di questi ultimi mesi, che l’assemblea dei sindaci riunitasi Laveno Mombello ha conferito il mandato al sindaco di Luino di predisporre l’Ordine del Giorno o sarebbe meglio dire il coordinamento delle richieste infrastrutturali da esporre al Prefetto e alle Ferrovie, sulla qualità e il potenziamento del servizio passeggeri e sulla sicurezza per il transito di merci pericolose ed eventuali opere compensative (per quanto siamo a conoscenza non c’è nessuna chiarezza).

Da subito ci vengono in mente due domande da fare al sindaco di Luino, che nascono da discussioni di questi ultimi giorni in differenti ambienti che non sono parificabili ai bar: il sindaco sa qualcosa in merito a recenti discussioni su probabili cambiamenti d’orario dei bus sostitutivi nei mesi di chiusura della ferrovia? Il sindaco è a conoscenza di problemi riguardanti i termini di consegna dei lavori ferroviari che dovrebbero slittare da dicembre 2017 ad aprile 2018, o per essere più chiari che la ferrovia rimarrà chiusa fino ad aprile 2018?

Sono due domande che possono sembrare banali rispetto ai problemi del mondo, ma evidentemente, se fossero veritiere, creerebbero un serio problema di fiducia: come mai le Autorità locali sono sempre le ultime a sapere le decisioni prese dagli Enti interessati: RFI, Stato, Regione o Provincia? Oppure, come mai, qualora lo sapessero, le Autorità locali non comunicano questi cambiamenti alla popolazione e meglio ancora agli utenti del servizio?

È ormai più di un anno che la politica locale lascia i pendolari del servizio nello stress d’aspettativa, senza comunicare nessuna possibile e probabile soluzione. Stress che purtroppo non sembra si voglia diminuire ma aumentare, visto che è obbligato a confrontarsi con un campo spaziotempo dilatato di ben altri quattro mesi (totale 11 mesi). Per evitare di cadere nella polemica dell’individuale fabbisogno dell’utenza, trasferiamo il problema dello stress nell’ambito della sicurezza e aimè verifichiamo la stessa sensibilità. Vorrei fare notare ai sindaci che loro, pur essendo un’espressione della rappresentanza, non sono autorizzati ad affrontare in “solitudine” dei problemi d‘importanza come la sicurezza, e dunque sarebbe doveroso che si rapportassero con la popolazione; azione democratica che risulterebbe non inutile, visto che permetterebbe a loro di acquisire e condividere soluzioni portatrici di consenso.

La sensibilità e l’intelligenza politica avrebbe sicuramente consigliato, proprio per questi motivi riguardanti il significato della rappresentanza (che non si può solo ricordare nei dibattiti elettorali o nei confronti di Enti superiori) e del corrosivo stress d’aspettativa, l’immediata pubblicazione del verbale della discussione dell’incontro di Laveno dove è presumibile (almeno così vogliamo credere), evidentemente, si sarà pattuita la strategia collettiva da utilizzare con il Prefetto, ma purtroppo devo dire che nulla fino ad oggi è stato fatto.

A questo punto scatta l’ennesima domanda: è vergogna inconcludente o è abuso di potere? O dobbiamo pensare che Nietzsche aveva ragione: stiamo vivendo in una bella favola e Einstein, pur avendo ragione aveva torto quando ipotizzava nella sua “teoria della relatività ristretta”, che il presente non è un attimo ma una zona intermedia formata da un “presente esteso” calcolato da lui di qualche nano-secondo, tempo a sua volta modificabile a dipendenza del luogo del calcolo.

Forse, con un po’ di umorismo, se avesse conosciuto l’attuale politica italiana avrebbe rivoluzionato la sua teoria. La nostra politica calcola il “presente esteso” con uno spaziotempo da favola maggiormente dilatato (presente esteso di Marte 15 minuti di Andromeda due milioni d’anni). Spaziotempo dove tutte le loro azioni sono riconducibili sempre e in ogni momento ad un pluridilatato presente esteso, ignorando che esiste pur sempre un spaziotempo passato e probabilmente un spaziotempo futuro. La politica è riuscita a rivoluzionare la teoria di Einstein.

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