29 Settembre 2016

Siria, il Cremlino concede solo 48 ore di tregua. “Non sette giorni, agevoleremmo i terroristi”

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La Russia sostiene una tregua in Siria di due giorni, non di più. Nel frattempo il Papa incoraggia l’ONU ad effettuare delle mediazioni governative e l’UNICEF denuncia la morte di 96 bambini ad Aleppo negli ultimi giorni.

Siria, il Cremlino concede 48 ore di tregua: "altrimenti i terroristi si riorganizzano"

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Gli Stati Uniti si sono dimostrati finora incapaci di influenzare la situazione ad Aleppo. In queste condizioni, le forze siriane continuano a combattere contro i terroristi”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov il giorno dopo l’ultimatum del segretario di Stato John Kerry che aveva anticipato la sospensione dei contatti fra Stati Uniti e Russia se le forze russe e siriane non avessero posto fine ai raid su Aleppo. Su questa posizione resta fermo anche il vice ministro degli Esteri Sergei Ryabkov: “Abbiamo ripetutamente proposto una pausa nei combattimenti di 48 ore, ma gli Stati Uniti rimangono fermi alla loro richiesta di sette, che è un periodo sufficiente ai gruppi terroristici per rifornirsi e raggruppare le forze. Un cessate il fuoco di sette giorni per noi è inaccettabile”, ha dichiarato. La Russia esprime quindi rincrescimento per la “retorica non costruttiva” di Washington negli ultimi giorni, ma rimane interessata a interagire con gli Stati Uniti sulla Siria, ha aggiunto il portavoce, sollecitando Washington ad attuare quanto si era impegnata a fare, ovvero a garantire la divisione chiara fra opposizione e terroristi.

Papa incoraggia l’ONU per la mediazione tra i governi e l’UNICEF dichiara: “i bambini ad Aleppo vivono in un incubo”. Il Papa ringrazia e incoraggia “le istanze internazionali, in particolare le Nazioni Unite, per il lavoro di sostegno e di mediazione presso i diversi Governi, affinché si concordi la fine del conflitto e si ponga finalmente al primo posto il bene delle popolazioni inermi. È una strada che dobbiamo percorrere insieme con pazienza e perseveranza, ma anche con urgenza, e la Chiesa non mancherà di continuare a dare il suo contributo”. Lo ha detto parlando di Siria e Iraq a organizzazioni di carità in tali paesi. Secondo l’Unicef, da venerdì scorso, ad Aleppo Orientale almeno 96 bambini sono stati uccisi e 223 sono stati feriti. “I bambini di Aleppo sono intrappolati in un incubo”, ha dichiarato Justin Forsyth vice direttore generale dell’Unicef. “Non ci sono parole per descrivere le sofferenze che questi bambini stanno vivendo”, ha aggiunto. Il sistema sanitario ad Aleppo Orientale è al collasso, sono rimasti circa 30 medici, ci sono pochissime attrezzature o medicine d’emergenza per curare i feriti, mentre cresce il numero di casi di traumi. Un medico sul campo ha detto all’Unicef che i bambini con poche possibilità di sopravvivenza troppo spesso vengono lasciati morire perché le scorte sono poche e limitate. “Niente può giustificare un tale violenza sui bambini e una tale non curanza del valore della vita umana. La sofferenza, e il suo impatto sui bambini, è sicuramente la cosa peggiore che abbiamo visto”, conclude l’Unicef.

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