26 Giugno 2016

Il premier Sturgeon: “La Scozia pronta a bloccare Brexit”. Oltre tre milioni di firme per nuovo referendum

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Il Parlamento di Edimburgo potrebbe cercare tramite un voto dell’assemblea di bloccare la Brexit. Lo ipotizza la leader scozzese Nicola Sturgeon, senza precisare su quali basi legali questo potrebbe avvenire. Secondo la leader scozzese sarebbe giusto concedere al Parlamento di Edimburgo “il diritto di esprimere il suo consenso” alla Brexit, che lei sostiene possa essere vincolante. Ma Sturgeon ammette anche che sicuramente il governo di Londra non la vedrà allo stesso modo. Intanto il segretario di Stato americano, John Kerry, lunedì sarà a Bruxelles e Londra, mentre la petizione per il nuovo referendum ha raggiunto oltre 3 milioni di firme.

(Jane Barlow/PA via AP)

(Jane Barlow/PA via AP)

Il premier Sturgeon: “La Scozia pronta a bloccare Brexit”. Oltre tre milioni di firme per nuovo referendum. Il Parlamento di Edimburgo potrebbe mettere il veto alla Brexit, contro cui i cittadini scozzesi hanno votato in massa. In un’intervista alla Bbc, la premier scozzese ha detto che “naturalmente” chiederà ai parlamentari di Edimburgo di non dare “il consenso legislativo” richiesto all’uscita del Regno Unito dalla Ue. “Se il Parlamento scozzese deve fare una valutazione su quello è giusto per la Scozia – ha spiegato – allora sul tavolo c’è l’opzione di dire, noi non votiamo per qualcosa che è contrario agli interessi della Scozia”.

Kerry lunedì a Bruxelles e Londra. “Voglio dire ai mercati che l’Ue senza la Gran Bretagna è un mercato con 440 milioni di persone e quindi è un’entità economicamente potente”. Lo ha detto il segretario di Stato americano John Kerry in una breve dichiarazione a Roma, dopo un incontro con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. “Gli Stati Uniti continueranno ad avere una relazione stretta e speciale con il Regno Unito. Questo non può essere cambiato dal voto” sulla Brexit. Sottolineando di “rispettare la decisione” del popolo britannico, Kerry ha quindi esortato i leader a “lavorare insieme per la maggiore stabilità possibile”. “I mercati devono capire che ci sono modi per minimizzare l’impatto” di questi avvenimenti, ha aggiunto il segretario di Stato. Il segretario di Stato americano sarà domani a Bruxelles e Londra per discutere sulla Brexit.

Brexit, oltre 3 milioni petizione per nuovo referendum. Sono oltre tre milioni i firmatari della petizione che chiede un secondo referendum sull’appartenenza della Gran Bretagna all’Unione Europea. La petizione – che non ha alcun valore, salvo quello di dover essere esaminata dal Parlamento britannico – è stata lanciata due giorni fa, dopo la vittoria della Brexit, e chiede che sia convocato un secondo referendum, laddove nella prima consultazione nessuno dei due fronti abbia ottenuto almeno il 60% dei voti e l’affluenza alle urne sia stata almeno del 75%.

Sono oltre 100mila i sostenitori di un’altra petizione perché Londra si dichiari indipendente e resti nell’Unione Europea. A promuoverla su Change.org sostenitori londinesi del Remain. “Londra – si legge nel testo – è una città internazionale e vogliamo restare nel cuore dell’Europa. Ma dobbiamo affrontare il fatto che il resto del Paese non è d’accordo. Così, invece di votare passivamente ma aggressivamente gli uni contro gli altri ad ogni elezione, rendiamo il divorzio ufficiale”. Nella petizione si chiede dunque al sindaco Sadiq Khan di proclamare l’indipendenza di Londra e presentare domanda di adesione all’Ue, ivi compresa l’appartenenza alla zona Schengen. “Sindaco Sadiq, non preferirebbe essere presidente Sadiq? Faccia sì che questo accada!”, scrivono i promotori.

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