24 Giugno 2016

Brexit: la Gran Bretagna dice addio all’Unione Europea, Cameron si dimette. Crolla la sterlina, borse a picco

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Cameron ha ufficializzato le sue dimissioni dopo l’esito del referendum su Brexit: contrari all’Ue sono attorno al 51,5%. Farage: “Ora oso sognare Gb indipendente”. Da Berlino, invece, viene definito “Un brutto giorno per l’Europa”, mentre la Le Pen vuole il referendum anche in Francia. Nel frattempo si registra il peggior crollo della sterlina dal 1985 ad oggi e quello delle borse asiatiche. Cosa accadrà ora?

ARRIZABALAGA

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“E’ ufficiale. Il Regno Unito ha votato per lasciare l’Unione europea”: lo scrive l’emittente britannica in un tweet quando è stato superato il quorum di oltre 16,8 milioni di voti che attribuisce la vittoria del referendum alla Brexit. Ed è subito il panico sui mercati finanziari con la sterlina ai minimi dall’1985 sul dollaro. Crolla l’Asia mentre si annuncia una giornata dura per le borse europee: sterlina -10%, Borsa di Tokyo ha toccato punte di calo dell’8%, i futures sull’avvio della Borsa di Londra sono arrivati a cedere il 9%, mentre i beni rifugio, oro e derivati sui titoli di Stato Usa, stanno ovviamente correndo. Hong Kong scende oltre il 4%, con Seul, Sidney e Mumbai che cedono più del 3%. Meno accentuati (attorno ai due punti percentuali) i cali di Singapore, Bangkok e Jakarta, mentre anche le Borse cinesi – che in un primo momento hanno provato a tenere – dopo la la pausa di metà seduta raddoppiano le perdite: Shanghai perde scende di oltre il 2% e Shenzhen più del 3%. Ma quello che preoccupa di più sono i “futures” sull’avvio delle Borse occidentali.

Il Regno Unito spaccato in due dal referendum. ll “Leave” vince in Galles conquistando 854.572 voti contro le 772.347 preferenze date al “Remain”. In Scozia, nel referendum sulla Brexit, ha vinto il “Remain” con 1.661.191 voti contro i 1.018.322 andati al “Leave” a fronte di un’affluenza del 67,2%: Glasgow, la grande città portuale scozzese, vota al 66,6% per “Remain”, contro il 33,4% di “Leave” e Edimburgo, vota a favore della permanenza nell’Unione Europea con una percentuale del 74,4% contro il 25,6% di “Leave”.  In Irlanda del Nord, nel referendum sulla Brexit, ha vinto il “Remain” con 440.437 voti contro i 349.442 andati al “Leave” a fronte di un’affluenza del 62,9%.

Contraria alla Ue la maggioritaria Inghilterra (esclusa quasi tutta Londra) con quasi il 60% di voti pro-Brexit. A Manchester fronte filo-Ue con un 60% di suffragi per Remain. Nella città industriale di Sunderland, sulla costa del nord-est dell’Inghilterra, Leave ha vinto con 82.394 voti (61,3%) contro i 51.930 voti (38,7%) per Remain. A Newcastle, città nel nord-est dell’Inghilterra, il “Remain” ha vinto, ma di misura: 50,7% contro il 49,3% dei voti per il “Leave”, con uno scarto di appena 2.000 voti in una città in cui hanno votato in 129 mila. Gibilterra ha scelto il “Remain” con una percentuale del 95,9% e un 4,1% per il “Leave”. L’affluenza alle urne nel territorio a sud della Spagna è dell’84%. Il “Leave” ha vinto anche a Swindon , nella contea del Wiltshire, nel ricco sud-ovest dell’Inghilterra, con una percentuale del 55% contro il 45% del “Remain”. Oxford non tradisce l’Europa: la celebre città universitaria inglese porta in dote il 70,3% dei suoi voti al fronte di “Remain” nel referendum britannico sull’Ue contro il 29,7 di Leave. Anche Cambridge, dopo Oxford, vota in favore del fronte filo-Ue del “Remain” con oltre il 74% dei suffragi. La città di Liverpool, nel nord-ovest dell’Inghilterra che diede i natali ai Beatles, ha votato per il Remain, che ha vinto col 58% dei voti contro il 42% dei “Leave”.

Il voto a Londra. Il “Remain” a Londra è al 69% mentre il “Leave” si ferma al 31%. E la scelta di restare in Europa, ad esempio, prevale nell’aristocratico quartiere diHammersmith & Fulham, dove il “Remain” trionfa al 70% mentre il “Leave” si ferma al 30% mentre in due quartieri popolari dell’East End di Londra, Barking e Dagenham, compresi in una stessa circoscrizione, hanno segnato la vittoria al Leave con una proporzione del 62% contro il 38%. A Watford, sobborgo nel nord-est di Londra, il Leave ha vinto per soli 252 voti rispetto ai 23.167 del Remain mentre a Islington, nel collegio blindato del leader del Labour, Jeremy Corbyn, Remain si attesta attorno al 66% dei voti. l voto nel municipio della City of London è per il 75% per il Remain contro il 25% per il Leave. Remain ha vinto con il 78% contro il 22% a Hackney, popoloso quartiere nell’East End.

Il leader dell’Ukip, Nigel Farage, ha già espresso la sua soddisfazione davanti alle telecamere. “Se le previsioni che abbiamo adesso sono corrette, sarà una vittoria per le persone reali, una vittoria per la gente comune, una vittoria per la gente per bene”, ha spiegato. “Abbiamo combattuto contro le multinazionali, contro le grandi banche d’affari, contro la grande politica, contro la menzogna, la corruzione e l’inganno e oggi l’onestà e la decenza e la fiducia nella nazione penso stiano per vincere”, ha commentato. “Spero che questa vittoria ci porti a un’Europa di Stati nazionali sovrani che negoziano insieme”, ha aggiunto Farage, che ha chiesto ai britannici di fare del 23 giugno “il nostro independence day”.

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