24 Aprile 2016

Il trailer e la recensione di “Lui è tornato”, film parodia sul ritorno di Hitler

Tempo medio di lettura: 2 minuti

(Recensione di Pasquale D’Aiello per “storiadeifilm.it“) – “Lui è tornato” è il film evento del regista David Wnendt, con Oliver Masucci, Fabian Busch, Christoph Maria Herbst, Katja Riemann e Franziska Wulf. Nelle sale cinematografiche da martedì 26 a giovedì 28 aprile.

Esta­te. Gior­ni no­stri. In una zona re­si­den­zia­le di Ber­li­no Adolf Hi­tler si sve­glia im­prov­vi­sa­men­te pro­prio nel luogo dove un tempo si tro­va­va il suo bun­ker. Sono pas­sa­ti 70 anni dalla sua “scom­par­sa”. La guer­ra è fi­ni­ta, il suo par­ti­to non c’è più, la sua amata Eva non è lì per con­so­lar­lo e la so­cie­tà te­de­sca è com­ple­ta­men­te di­ver­sa da come la ri­cor­da­va, tanto che anche i bam­bi­ni che lo no­ta­no per primi si pren­do­no gioco di lui. Lo ri­co­no­sce però un re­por­ter che lo filma e lo trova una per­fet­ta imi­ta­zio­ne del­l’o­ri­gi­na­le. Così con­tro ogni pro­ba­bi­li­tà Adolf Hi­tler ini­zia una nuova car­rie­ra in te­le­vi­sio­ne per­chè viene uni­ver­sal­men­te scam­bia­to per un bril­lan­te co­mi­co, anche se lui è dav­ve­ro chi so­stie­ne di es­se­re e le sue in­ten­zio­ni non sono cam­bia­te…

Cosa ac­ca­dreb­be se Hi­tler tor­nas­se a cam­mi­na­re per le stra­de della Ger­ma­nia? Ma­ga­ri non pro­prio il vero Hi­tler, di­cia­mo qual­cu­no che gli ras­so­mi­gli fi­si­ca­men­te e che dica le stes­se cose che cose che di­ce­va lui ag­gior­na­te al­l’at­tua­le si­tua­zio­ne po­li­ti­ca. Se lo è chie­sto nel suo ro­man­zo di fan­ta­po­li­ti­ca lo scrit­to­re te­de­sco Timur Ver­mes, ri­scon­tran­do un gran­de in­te­res­se di pub­bli­co. Ispi­ran­do­si a que­sto libro è nata la sce­neg­gia­tu­ra del film “Lui è tor­na­to” che me­sco­la fic­tion e do­cu­men­ta­rio per pro­va­re a ca­pi­re quale ac­co­glien­za po­treb­be­ro avere le idee del vero Hi­tler nei no­stri gior­ni.

L’in­ci­pit è sur­rea­le, Hi­tler torna in vita nei pres­si del bun­ker della can­cel­le­ria dove il 30 apri­le 1945 si sui­ci­dò e nelle cui vi­ci­nan­ze il corpo venne dato alle fiam­me, per suo espres­so or­di­ne, af­fin­chè non ca­des­se nelle mani dei so­vie­ti­ci. Il re­di­vi­vo Hi­tler ca­pi­sce che la te­le­vi­sio­ne e il ci­ne­ma sono gli stru­men­ti at­tra­ver­so cui potrà  rien­tra­re in con­nes­sio­ne con le masse e così ac­cet­ta di es­se­re in­gag­gia­to come co­mi­co pur di poter espri­mer­si da­van­ti ad una te­le­ca­me­ra. E que­sta è la prima ri­sco­per­ta del per­so­nag­gio sto­ri­co che sa es­se­re dut­ti­le nella co­mu­ni­ca­zio­ne pur di giun­ge­re al pro­prio scopo. Ma ri­spet­to al testo let­te­ra­rio il film si ar­ric­chi­sce or­che­stran­do una plu­ra­li­tà di stru­men­ti nar­ra­ti­vi che vanno dal dram­ma alla com­me­dia pas­san­do per il moc­ku­men­ta­ry, non man­can­do anche di in­trec­ci e sug­ge­stio­ni, come l’u­ti­liz­zo di veri con­dut­to­ri della TV te­de­sca o come la ci­ta­zio­ne del di­scor­so del­l’Hi­tler di Bruno Ganz in “La Ca­du­ta – Gli ul­ti­mi gior­ni di Hi­tler” (2004) di Oli­ver Hir­sh­bie­gel . Ma la parte più sor­pren­den­te resta il seg­men­to do­cu­men­ta­ri­sti­co che va a ve­ri­fi­ca­re sul campo le rea­zio­ni della gente. La pro­du­zio­ne del film aveva af­fian­ca­to al­l’at­to­re tre guar­die del corpo nel ti­mo­re che qual­cu­no po­tes­se ag­gre­dir­lo ma hanno do­vu­to con­sta­ta­re che… (per continuare a leggere la recensione cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).

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