10 Luglio 2015

Crescita delle startup innovative, +16,7% nel primo trimestre 2015. Guida la Lombardia

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Le Pmi che innovano e si lanciano in settori dal contenuto tecnologico avanzato sono in forte crescita, mandando un po’ in soffitta l’immagine della piccola impresa familiare che più tradizionale non si può anche dal punto di vista del prodotto proposto. Lo dimostrano i numeri di un report di Unioncamere-Infocamere.

(quezmedia.com)

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Boom per le startup innovative in Italia nel 2015, +16,7% nel primo trimestre. A fine marzo 2015, il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle imprese è pari a 3.711, in aumento di 532 unità rispetto alla fine di dicembre (+16,7%). Le startup (“startup innovativa” è una società di capitali, anche cooperativa, che punta a sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico) rappresentano lo 0,25% del quasi milione e mezzo di società di capitali italiane. Un piccolo drappello che rappresenta la punta di diamante innovativa del tessuto produttivo della piccola impresa.

I dati complessivi di occupazione sulle startup. Nelle 1.152 startup con dipendenti lavorano 3.025 persone, in media 2,63 dipendenti per ogni impresa, ma almeno la metà delle startup non supera il singolo dipendente. Inoltre, tra i requisiti richiesti per far parte del novero di un quadro normativo che prevedo lo sviluppo di queste Pmi, il valore della produzione annua, a partire dal secondo anno non deve superare i 5 mln di euro.

Il capitale sociale medio è di circa 52 mila euro a impresa, in crescita del 7,5% rispetto al quarto trimestre 2014. Dal punto di vista settoriale, il 73% – nell’indagine Unioncamere-Infocamere che ne fotografa lo stato dell’arte – fornisce servizi alle imprese (soprattutto produzione software e consulenza informatica, 30,2%; attività di ricerca e sviluppo, 16,3%; servizi d’informazione, 8,1%), il 18,2% opera nei settori dell’industria in senso stretto (fabbricazione di computer e prodotti elettronici e ottici, 3,7%; macchinari, 3,4%; apparecchiature elettriche, 2,3%), il 4,1% nel commercio. Forte la presenza di giovani. Le startup a prevalenza giovanile sono 879, il 23,7% del totale, quasi quattro volte superiore rispetto alle società di capitali giovanili (6,4%). Le donne ci sono (le startup a forte impronta “rosa” sono 477, il 12,9% del totale) ma in misura inferiore rispetto alle società di capitali, (16,4% del totale). Le aziende a prevalenza straniera sono 88, il 2,4% del totale, meno di quanto accade per le società di capitali estere (3,9%). Tuttavia le imprese in cui almeno uno straniero è presente nella compagine societaria e/o nell’organo amministrativo sono il 12,9% del totale, superiore rispetto alle società di capitali (10,1%).

Le startup nelle regioni e nelle città italiane. Tra le regioni – indica ancora il report a firma Unioncamere-Infocamere – a guidare è la Lombardia ospitando il numero maggiore di startup di settore: 808, pari al 21,8% del totale. Seguono l’Emilia-Romagna con 451 (12,2%), il Lazio 347 (9,4%), il Veneto 274 (7,4%) e il Piemonte 266 (7,2%). In coda alla classifica, Basilicata con 20, Molise con 16 e Valle d’Aosta con 10 startup. In valore assoluto, Milano è la provincia che vanta la presenza più alta: 533 ( 14,4% del totale). Seguono Roma con 302 (8,1%), Torino 201 (5,4%), Bologna 121 (3,3%) e Napoli 109 (2,9%). Superano le 100 startup anche i territori di Modena e Trento. (ANSA)

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