17 Marzo 2015

Falso in bilancio: condanne fino ad otto anni per le società quotate, al massimo cinque per quelle non quotate

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Alla fine l’emendamento “Godot” è arrivato ieri, peraltro proprio nel giorno in cui un nuovo clamoroso filone d’inchiesta su appalti e corruzione occupa la scena. “Alleluja”, è il saluto di Pietro Grasso all’ormai famoso emendamento sul falso in bilancio.

(popolariperlitalia.org)

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I punti salienti della riforma. Sul falso in bilancio si procederà d’ufficio, tranne nei casi che riguardano le società non quotate al di sotto dei limiti di fallibilità, dove viene introdotta la procedura a querela. Resta la reclusione da 3 a 8 anni per le società quotate che commettono il reato di falso in bilancio esponendo consapevolmente nei bilanci e nelle comunicazioni sociali fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero. Le società non quotate vengono punite con la pena che va da 1 a 5 anni per gli stessi fatti. Entra, nel testo del governo al ddl anticorruzione, anche la norma sulla tenuità del fatto varata dall’ultimo Consiglio dei ministri, che ha introdotto nel Codice penale l’articolo 131 bis, con l’archiviazione di alcuni fatti di lievissima entità. Sanzioni pecuniarie da 400 a 600 quote per le società quotate, e da 200 a 400 per quelle non quotate, sanzione da 100 a 200 quote invece per le società non quotate a cui viene riconosciuto il fatto di lieve entità. “Contro corruzione proposte governo: pene aumentate e prescrizione raddoppiata. E l’Autorità oggi è Legge con pres Cantone”, ha scritto ieri su Twitter il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

Il premier ieri ha visto i parlamentari del Pd per accelerare sui provvedimenti in calendario. Dal divorzio breve alle unioni civili, dalla corruzione alle riforme e alla scuola. Il segretario, riferiscono fonti parlamentari del partito, ieri ha ribadito anche di non voler modificare la legge elettorale. L’intenzione è quella di fare un ulteriore passaggio all’Italicum dopo le regionali, al momento resta la tensione con la minoranza del Pd, ma ci sono contatti con FI per arrivare ad un clima distensivo con gli azzurri.

Le parole del Guardasigilli Orlando sul dossier corruzione. Tornando al dossier corruzione, “ritengo che ci siano le condizioni per rispettare i tempi”, dice il Guardasigilli, Andrea Orlando. Si è passati “da un reato di danno a un reato di pericolo, con aumento delle pene”, segnala il ministro della giustizia a margine dei lavori della commissione Giustizia. Ora siamo di fronte a un reato “in grado di mordere il fenomeno”, ha detto ancora il ministro che ha sottolineato come si sia di fronte a un testo equilibrato e incisivo per contrastare il fenomeno, un testo che ha superato qualunque ipotesi di soglie di punibilità e che pur accogliendo le osservazioni che arrivavano dal mondo delle imprese non ha rinunciato all’impostazione di “contrasto serio del fenomeno”. (AGI)

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