6 Gennaio 2015

Siria, la denuncia dei medici: “E’ un disastro umanitario e medico”. Ricomparse malattie, mentre mancano farmaci e medici

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La Siria vive “un disastro medico e umanitario!” A denunciarlo, da Parigi, sono alcuni medici siriani, secondo i quali nel Paese sono ricomparse molte malattie che si credevano eradicate e mancano non solo i farmaci, ma anche il personale medico.

(revistamundoforense.com)

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In Siria disastro umanitario e medico. “La situazione è insopportabile, catastrofica e in numerosi luoghi della Siria non c’è alcuna presenza medica”, ha raccontato il medico Ubaida al Mufti, componente della Unione delle Organizzazioni Siriane di Soccorso Medico (Uossm), una ong che conta sull’appoggio del ministero francese degli Esteri.

Pochi ospedali, pochi medici e ricompaiono malattie come poliomielite, tubercolosi, scabbia o tifo. Ad Aleppo, la seconda città del Paese, funzionano solo cinque ospedali, tre dei quali in forma parziale, ha denunciato Uossm. In questa zona, controllata dall’opposizione, vivono 360mila persone circondate dalle forze governative. “Sono rimasti solo 30 medici che, oltre a curare i feriti di guerra, devono far fronte alla ricomparsa di malattie come la poliomielite, la tubercolosi, la scabbia o il tifo”, ha raccontato Abdelaziz, un medico di Aleppo, che non ha dato il suo nome per ragioni di sicurezza. A Guta orientale, un quartiere di Damasco assediato dalle forze governative, “non esiste alcuna possibilità di far entrare aiuti umanitari”, ha denunciato un altro professionista.

Ancora più allarmante la situazione controllate dallo Stato Islamico. Nelle zone sotto il controllo dello Stato Islamico, “i medici possono lavorare però non possono contare sull’appoggio di alcuna ong”, ha continuato un altro partecipante alla conferenza stampa svoltasi nella sede del ministero degli Esteri. A Raqqa, roccaforte del gruppo jihadista Isis, nel nord della Siria, dove vivono 1,6 milioni di persone, “non c’è alcun servizio di ostetricia, di ginecologia o pediatria e i servizi sono molto limitati”. Secondo il dottor al Mufti, al momento, l’80% dei parti in Siria avvengono in casa e gran parte dei bambini non riceve nessuno dei vaccini di base. (AGI)

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