29 Giugno 2014

Farm Cultural Park: sperimentazione e arte contemporanea a due passi dalla Valle dei Templi

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Agrigento. Tra un mandorlo e un carrubo, aggirando un ulivo e superando un fico d’india. Immerso nella macchia mediterranea sei consapevole che tra queste piante, d’un tratto, potresti trovarti di fronte alle rovine del Tempio di Eracle. Edificato nel VI secolo a. C. e distrutto da un terremoto.Favara. Tra una casa e l’altra, aggirandone una pericolante e superandone una già in rovina, non ti aspetteresti mai di trovarti nel cortile Bentivegna. Edificato e abbandonato il secolo scorso e tornato in vita nel 2010.

Il Farm Cultural park di Favara (facebook.com)

Il Farm Cultural park di Favara (facebook.com)

Il 28 Giugno 2010 Florinda Saieva e Andrea Bartoli hanno dato vita a Farm Cultural Park, un progetto per il recupero, la valorizzazione e la fruizione del centro storico di Favara. “Un continuo work in progress – dice Andrea – che parte dal passato e si proietta nel futuro”. Qui ad un fedele lavoro di recupero infrastrutturale dei ruderi si affianca un originale progetto artistico. Il lavoro in questi anni non si è mai fermato e anzi ha registrato un’impennata sviluppando una rete di soggetti quali artisti e architetti, creativi e operatori culturali, cuochi e agricoltori, musicisti e performer, innovatori sociali e startupper che ormai sono parte integrante e integrata del progetto. 7 cortili, collegati tra loro e circondati da palazzi bianchi. Un’oasi bianca che in meno di un anno ha raddoppiato i suoi spazi e che offre i suoi muri, come tele, ad artisti di tutto il mondo. Opere estemporanee e installazioni, murales e graphic design, tutto in continua mutazione per non fare di Farm un museo a cielo aperto ma un workshop permanente. Il cuore di Favara è adesso una realtà rinata, una meta che attrae flussi turistici importanti e prima esclusivi alla sola Agrigento, un luogo che dice la sua nel variegato mondo dell’arte contemporanea e che da questo nutre linfa vitale. Un contributo così grande che il blog inglese “Purple Travel” ha collocato il Farm Cultural Park al sesto posto al mondo come meta turistica d’arte contemporanea preceduta da Firenze, Parigi, Bilbao, le isole della Grecia e New York.

Ma anche a livello locale la comunità cittadina guarda al cultural park non più solo come qualcosa di bello ma anche come qualcosa di utile. Cultura ed arte trainano lo sviluppo cittadino. Il parco, infatti, oltre ad affidarsi alle imprese locali per i lavori di messa in sicurezza e restauro, ha aumentato il traffico turistico cittadino, producendo così una maggiore domanda di servizi che hanno rilanciato l’offerta di hotel, ristoranti e B&B.

Proprio ieri Farm ha festeggiato il suo quarto compleanno. Mostre fotografiche, cortometraggi, performance live, installazioni, contributi digitali video e audio, documentari, illustrazioni, musica e cibo. Una festa che dal Parco si diffonde in tutta la città grazie alle svariate collaborazioni con collettivi da tutto il Mondo. I pugliesi di Ex Fadda e i ragazzi messicani de La Bota Sucia, il collettivo Rudere che ha curato la riapertura del Palazzo Cafisi, Chrome Surgery che si è mossa con interventi di Street Art tra i Sette Cortili ed i Palazzi Giglia e Miccichè. Dal desiderio di inglobare tutta Favara in questo esperimento nasce la cooperativa Farmidabile per affiancare la progettualità del parco nella visione e sviluppo dell’attività di rigenerazione urbana del centro storico cittadino.

Insomma, un peccato non esserci.

Daniele Foderà

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