16 Giugno 2014

Ue, nel 2012 l’Italia è il secondo paese con il maggiore aumento di pressione fiscale

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Tra il 2011 e il 2012 l’Italia è in Europa il paese che, dopo l’Ungheria, ha conosciuto l’aumento maggiore della tassazione rispetto al Pil, passando dal 42,4% al 44%. L’Italia si situa così al sesto posto in Ue della classifica dell’imposizione fiscale. E’ quanto emerge dai dati Eurostat.

(unioneconsulenti.it)

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I dati Eurostat. Il peso del fisco sul Pil europeo è aumentato nel 2012 al 39,4%, e l’Italia è fra i paesi in cui la quota è più alta, pari al 44%. E’ quanto risulta dai dati diffusi oggi da Eurostat, sulla base dell’ultimo rapporto sul trattamento fiscale nei paesi europei. La principale fonte dei redditi fiscali dei governi si conferma essere la tassazione sul lavoro. Il dato europeo è salito rispetto a quello del 2011, quando era pari al 38,8% e nell’Eurozona è aumentato dal 39,5% del 2011 al 40,4%. Per il 2013, le stime di Eurostat indicano che la percentuale dovrebbe salire ulteriormente in entrambi i casi.

L’aumento della tassazione sul lavoro, sui consumi e sul capitale. La maggior fonte di gettito nel 2012 nei Paesi europei viene dopo le tasse sul lavoro (51%), sono quelle sui consumi (28,5%) e quella sul capitale (20,8%). La tassazione più elevata sul lavoro si registra in Svezia (58,6%), Olanda (57,5%), Austria (57,4%) e Germania (56,6%). In Italia, sempre nel 2012, era al 51,1%. Tassi sotto il 40% si vedono solo in Bulgaria (32,9%), Malta (34,6%), Cipro (37,1%) e Regno Unito (38,9%). Per quanto riguarda le tasse sui consumi, in Italia sono tra le più basse d’Europa: 24,7% come in Francia, più basse solo in Belgio al 23,7%. Le più elevate tasse sul capitale, fonte di gettito molto bassa tra i 28 Stati europei, si trovano in Lussemburgo (27,5%), Regno Unito (27,4%), Malta (26,6%) e Cipro (26,1%). In Italia sono al 24,2%.

Le differenze da paese a paese. Il carico fiscale, segnala l’istituto statistico comunitario, è molto diverso a seconda dei paesi: da meno del 30% in Lituania, Bulgaria, Lettonia, Romania, Slovacchia e Irlanda a ben oltre il 40% in Danimarca (48,1%), Belgio (45,4%), Francia (45%), Svezia (44,2%), Finlandia (44,1%), Italia (44%) e Austria (43,1%). Nel 2012 Eurostat segnala aumenti superiori all’1% solo in Ungheria, Italia, Grecia, Francia, Belgio e Lussemburgo, e ribassi in Portogallo, Regno Unito e Slovacchia.

(ansa.it)

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