17 Maggio 2014

Bullismo, tredicenne vessato per mesi dai compagni. La madre mette le foto su Facebook

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Interverrà la scuola per chiarire cosa sia veramente accaduto allo studente tredicenne che per mesi avrebbe subito atti di bullismo fino a quando la madre ha deciso di mettere le foto del ragazzino pestato su Facebook.

(odiami.pianetadonna.it)

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La vicenda è stata resa nota oggi dal quotidiano “Il Giorno”, ma non è la prima volta che una mamma sceglie di affidarsi ad uno degli strumenti più amati dai nativi digitali per raggiungere il suo obiettivo: richiamare l’attenzione e mettere fine alle persecuzioni. Era già accaduto quando una madre aveva messo su Fb le foto della figlia in lacrime perchè pestata all’asilo. O l’appello choc di un’altra mamma in difesa del figlio disabile picchiato da ragazzi più grandi.

“Quello che è accaduto è terribile ma se la scuola prende i doverosi provvedimenti per noi la vicenda può chiudersi così – dice ora la donna abitante in un comune del lecchese – Non ho alcun interesse a rovinare la vita a dei ragazzini coetanei di mio figlio”. Le foto comunque pare che siano rimaste sul social solo per poche ore. Abbastanza però perchè li vedessero tutti i soggetti potenzialmente interessati. Una scelta scelta che ha causato, come sempre quando è coinvolto il web, un’accesa discussione online. “Gli avrei mandato un’armata di avvocati (avrei ipotecato anche le mutande) avrei ridotto i loro genitori sul lastrico”, è uno dei commenti.

Hanno approvato invece l’iniziativa della donna tutti quei siti, e sono tanti, che sempre su Facebook si occupano di bullismo. Pare che il ragazzino, 13/enne, subisse da mesi le vessazioni senza aver il coraggio di confidarsi con nessuno. Diventava sempre più taciturno, non mangiava, dormiva a fatica.

Secondo il racconto della madre a fine dello scorso anno i compagni-bulli gli avrebbero fatto uno sgambetto e lo avrebbero preso a calci fino a provocargli lo spostamento della tibia. Poi, altri pestaggi dai quali tornava a casa pieno di lividi e sempre più avvilito. L’ultimo episodio alcuni giorni fa quando alla fine dell’ora di ginnastica gli avrebbero buttato le scarpe nell’acqua e lo avrebbero chiuso in un gabinetto. Così si è deciso a raccontare tutto alla madre che conoscendo bene il mondo dei giovani (lavora anche lei nel settore scuola) ha deciso di usare un loro strumento invece che limitarsi a rivolgersi ai carabinieri e al preside.

(ansa.it)

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