11 Settembre 2016

“Luinesi all’estero”, Cristian Massa a Barcelona tra comunicazione e tv nel Campionato Mondiale Superbike

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Anche oggi, come ogni domenica, torniamo a raccontare le tante esperienze dei “Luinesi all’estero”. La rubrica ci sta portando a conoscere tanti concittadini che si sono trasferiti in terra straniera, creando agli occhi dei tanti abitanti sul territorio una grande curiosità. Mai potevamo pensare che ci fossero così tante persone in giro per il mondo, disposte a raccontare vite, esperienze e speranze, dopo aver deciso di abbandonare l’Italia per cercare un futuro migliore. Oggi siamo tornati ancora una volta a Barcelona, dove è stato Christian Massa, che è nella città catalana dal 2008, che ci ha parlato della sua vita e del suo lavoro. Christian, dopo aver fatto il giornalista per motogp.com, oggi è responsabile contenuti e produttore esecutivo per il Campionato Mondiale Superbike.

"Luinesi all'estero", Christian Massa a Barcelona manager nel Campionato Mondiale Superbike

Raccontaci di te… Quando sei andato via dall’Italia? Dove vivi?

Sono partito nel 2008 destinazione Barcelona dove attualmente vivo. Sembra ieri. In realtà l’idea di partire era nata 4 anni prima, al rientro da un anno di Erasmus in Portogallo dove un po’ avevo intuito che in Italia non ci sarei rimasto troppo a lungo.

Quali motivi ti hanno portato a lasciare l’Italia?

Mi permetto di girare un po’ questa domanda. Più che motivi per lasciare l’Italia, sono stati gli stimoli esteri a richiamare la mia attenzione. Nonostante sia nato e cresciuto nelle valli del luinese e le mie varie professoresse dinglese non abbiano mai creduto granché nelle mie potenzialità, ho scoperto di essere più vivo vicino al mare, e con una certa propensione per le lingue.

Di cosa ti occupi?

Attualmente sono responsabile contenuti e produttore esecutivo per il Campionato Mondiale Superbike. Per anni sono stato giornalista itinerante per il sito web motogp.com e oggi, pur rimanendo nella stessa compagnia, ho un ruolo più manageriale in un campionato con meno visibilità, ma di grande fascino.

Come si svolge il tuo lavoro quotidianamente?

Mi divido tra ufficio e circuiti di tutto il mondo. Nel quotidiano gestisco una redazione composta da giornalisti, cameramen, editori video, social editors e traduttori, mentre nei fine settimana mi concentro sulla produzione televisiva delle gare Superbike a livello editoriale.

Hai avuto esperienze lavorative in Italia? Se sì, quali differenza hai riscontrato?

Reali esperienze lavorative nel mio settore una, e terribile: un classico stage non pagato in un studio legale di un procuratore sportivo da cui non ho imparato nulla. Per il resto ho fatto un po’ di tutto: dal cassiere di un supermercato a Luino, il cameriere a Milano, il catering a San Siro per vedere il mio Milan quando erano bei tempi calcisticamente… Tutte grandi esperienze formative.

Come ti trovi nel paese in cui vivi? Ti sei integrato nella società?

Barcelona è la mia seconda casa, o forse la prima ormai. Quando rientro da qualche viaggio ho la sensazione di essere a casa e questo è importantissimo. Integrarsi qui è facile. Si dice che i catalani siano gente chiusa, ma è un concetto molto relativo, relativissimo se arrivi da una lunga esperienza di vita milanese…

Quali difficoltà hai riscontrato?

Forse all’inizio il catalano, una lingua sentita e difesa con le unghie e con i denti qui. Ma non è mai stato un problema, più che altro uno stimolo ad imparare in fretta.

In quali altri paesi hai vissuto? Come ti sei trovato lavorativamente parlando?

Ho vissuto un anno in Portogallo per studi, e poi solo in Spagna.

Ti manca qualcosa dell’Italia? Cosa?

Copio e incollo quello che hanno detto praticamente tutti i miei colleghi in questa rubrica. Anche se al giorno doggi è facile mantenere i contatti con famiglia e amici e poi sono a unora di volo da casa.

E invece, che progetti hai per il futuro?

Viaggio tanto e vorrei poterlo fare più per relax che per lavoro. Qualcosa mi inventerò…

Pensi che un giorno tornerai in Italia?

Non vedo un rientro a breve termine, ma non si sa mai. Me lo auguro.

Dopo quelle a Marco ZanattaNicholas VecchiettiSilvia CamboniAlice GambatoFabio SaiMatteo Lattuada, Luciano AmadeiAntonio BuccinnàPatrizia DelleaFabiana SalaGiorgia ParodiEmanuele MaranoWilmer TurconiRoberto ZanaldiSerena FortunaMichel AndreettiGiuseppe ScaleseFrancesca SaiIros BarozziRosita CordascoFederico FolciaAlessio BadialiMarco ChiminiMark Masneri, Maria Giovanna Folci, Chiara Tepsich e Gabriele Romano questa è la ventottesima testimonianza della rubrica “Luinese all’estero”. Nelle prossime settimane continueranno le interviste ad altri luinesi che vivono e lavorano tra Europa, America, Africa, Asia e Australia.

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