Le nuove misure tariffarie annunciate dall’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump non rappresentano solo una sfida a livello internazionale tra Stati Uniti ed Europa, ma si preparano a incidere in maniera profonda anche sull’economia dei nostri territori.
Il cosiddetto “Caso Dazi” ha smesso di essere una minaccia e si è trasformato in una realtà tangibile, con ripercussioni che stanno già iniziando a manifestarsi. Anche l’alto Varesotto, con la sua vocazione produttiva e l’apertura ai mercati esteri, rischia ora di dover affrontare gravi conseguenze.
Le tariffe doganali che gli Stati Uniti applicheranno ai prodotti europei colpiscono settori strategici del made in Italy: dall’agroalimentare alla meccanica, passando per il tessile e l’arredo. In Lombardia – come ha ribadito l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Guido Guidesi – le ricadute saranno “pesantissime”. E se è vero che la nostra regione è tra le più esposte, è altrettanto vero che territori come il Varesotto, e in particolare la sua fascia nord, non potranno dirsi immuni.
Le aziende del comparto agroalimentare del nostro territorio, da sempre impegnate nella valorizzazione delle eccellenze locali e nella promozione dei prodotti tipici all’estero, saranno tra le prime a subire l’impatto. Formaggi, insaccati, conserve, vini e liquori artigianali esportati in piccoli lotti oltreoceano rischiano di diventare economicamente non più sostenibili per chi acquista e per chi vende. L’incertezza doganale si traduce già oggi in stalli, rallentamenti e merci bloccate.
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