(Renzo Fazio, dalla pagina Facebook “Germignaga, ricordi dal passato”) Sono trascorsi poco più di cinquant’anni da quando un noto settimanale locale pubblicava la notizia dell’imminente messa in funzione in piazza XX settembre di una “modernissima cabina telefonica”, commentando: “Era da tempo che i germignaghesi attendevano questa concreta possibilità di fare le loro telefonate senza ricorrere a un esercizio pubblico”.
Effettivamente a quei tempi non erano molte le famiglie che potevano permettersi il lusso di un telefono fisso nella propria abitazione, e chi aveva la necessità di telefonare doveva necessariamente recarsi presso un bar in via Cadorna e attendere il proprio turno, prima di poter usufruire dell’angusta e spesso puzzolente cabina.
Fortunatamente l’addebito a scatti della telefonata, con costi variabili in base a chiamate verso numeri telefonici locali, chiamate extraurbane o all’estero, era un congruo deterrente per comunicazioni rapide ed essenziali e così nel giro di pochi minuti la postazione telefonica era di solito disponibile.
Queste nuove moderne cabine erano invece più attraenti: più ampie e luminose; se magri, ci si poteva entrare anche in due e avevano il vantaggio di poter essere utilizzate in qualsiasi giorno e orario della settimana. Cosa che purtroppo venne particolarmente apprezzata negli “anni di piombo” per rivendicare anonimamente azioni terroristiche o per affiggere ciclostilati di differenti provenienze politiche.
In queste nuove installazioni era però necessario utilizzare gli appositi gettoni telefonici che andavano inseriti nell’apparecchio, e siccome per avviare una chiamata extraurbana necessitavano minimo 6 gettoni, per gli utilizzatori più loquaci incominciarono i problemi.
Le tasche o le borsette di ognuno di loro diventarono in breve tempo fonte di reddito per le sarte, con un surplus di “saccocce” da cucire ai signori uomini o l’insorgenza di dolori alle spalle per le gentili signore, a causa dell’eccessivo numero dei gettoni contenuti.
A migliorare questi incresciosi inconvenienti contribuirono qualche anno più tardi le tessere prepagate, più leggere e comode da tenere in tasca, e che diventarono oggetto di collezionismo per molti disposti a spendere una fortuna per riempire pagine e pagine di appositi album a bustine che ora non interessano più a nessuno…
Quasi contemporaneamente cominciarono però ad essere commercializzati i telefoni cellulari portatili, originariamente “mattoni” di oltre un chilo di peso utilizzati solo dai vip, ma nel giro di pochi anni miniaturizzati e resi economicamente accessibili a chiunque.
Il resto è storia recente, con questo infernale oggetto diventato croce o delizia per tutti e che inevitabilmente ha segnato la fine dei telefoni pubblici.
Purtroppo è andata così anche per quello che c’era sotto la pensilina gialla in piazza XX settembre a Germignaga: da qualche settimana di lui ci è rimasto solamente… una traccia sul muro!
(Foto di copertina dalla pagina Facebook “Germignaga, ricordi dal passato)
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