Cuasso al Monte | 25 Agosto 2023

Cuasso, amicizia e volontariato: un anno di “squadra della manutenzione”

Il progetto partito l'estate scorsa ha ridato valore all'impegno civico e favorito la nascita di gruppi per condividere passioni. Pennelli, martelli e creatività: il Comune ha risparmiato 120mila euro

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Pensiline dell’autobus aggiustate e tirate a lucido, taglio e cura del verde, guardrail e corrimani riverniciati. Loredana Bonora, sindaco di Cuasso al Monte, mette in fila le opere realizzate in un anno dalla sua squadra di manutentori volontari, ma dopo qualche secondo deve fermarsi. Sono così tanti i lavori eseguiti per abbellire il paese e renderlo più sicuro che servirebbe un elenco scritto per menzionarli tutti. Perché ogni piccolo intervento ha avuto la sua importanza.

La storia è iniziata esattamente dodici mesi fa, e alle spalle dei suoi protagonisti ci sono già numerosi ricordi. Riguardano un legame d’amicizia nato spontaneamente dallo stare insieme e da una sensibilità condivisa per il bene pubblico.

Squadra Volontari Manutenzione” è il nome registrato negli uffici comunali del borgo. Ma nella vita di tutti i giorni ci sono Carmelo, Gigi, Caterina, Giuliano e altre dieci persone che con martelli, chiodi, pennelli, motoseghe e decespugliatori hanno ridato colore e ordine ai più svariati angoli del paese della Valceresio, che ha meno di 4mila abitanti e si estende su un territorio ampio, che include ben cinque montagne ed è diviso in sette frazioni.

Prima dell’esperienza di volontariato, i membri della squadra non si conoscevano. Si sono trovati, o forse Cuasso ha trovato loro, perché «dopo la pandemia il paese aveva bisogno di qualcosa di nuovo, di bello, di più attenzione e cura», spiega Gigi in videochiamata. Lo schermo dello smartphone è messo in orizzontale, così da inquadrare anche i compagni, seduti uno accanto all’altro, su una panchina, per raccontare a turno cosa ha rappresentato per loro il progetto lanciato dall’amministrazione Bonora ad agosto 2022.

Un progetto che per Carmelo è sinonimo di felicità, e che a Caterina («all’inizio ero l’unica donna e mi sentivo un po’ persa») ha dato nuovi strumenti per far viaggiare le idee, in un contesto in cui non si fatica a trovare l’intesa giusta. Ci si ritrova il giovedì e il sabato mattina. Due mezze giornate in cui si lavora per Cuasso, dando un tocco artistico agli angoli di paese in cui la manutenzione ordinaria non riesce ad arrivare, per mancanza di tempo o di risorse. E’ grazie a questo spirito se le pensiline dei bus ora sono tutte in legno, e ognuna rimanda all’immagine di una baita in miniatura. Le vedi e sai che sei a Cuasso, perché solo a Cuasso sono fatte così. Grazie a un progetto studiato dal gruppo e dal Comune, in un’area che per trent’anni è stata un bosco ora c’è il Parco Murante, che include orti collettivi, giochi e installazioni artistiche, e ospita eventi.

Oggi, dopo un anno, c’è bisogno di continuare a stare insieme, dicono dalla squadra dei manutentori. Con loro ogni tanto c’è anche Giuliano, che con moglie e figli si è trasferito a Milano, ma a Cuasso torna appena può, specialmente in estate. E quando torna si fa trovare pronto per lavorare con gli altri.

I risultati e l’entusiasmo hanno contagiato tanti cuassesi. «Dopo l’inizio di questa bella esperienza sono partiti diversi gruppi di volontariato civico – fa sapere la prima cittadina Bonora – Gli anziani si incontrano al Salottino, un luogo per scoprire nuove cose, per condividere la passione per i libri e per il territorio. Ci si organizza per delle escursioni, si coltiva negli orti collettivi. La squadra è stata una fonte d’ispirazione per tanti cittadini, e questa è la cosa più bella legata al progetto».

Una svolta per la vita sociale, per il modo di intendere e valorizzare l’impegno civico, ma anche per le casse comunali. In un anno, infatti, grazie agli interventi eseguiti dalla squadra, sono stati risparmiati circa 120mila euro. Soldi che, se il progetto non fosse andato in porto, l’ente pubblico avrebbe dovuto impiegare per appoggiarsi a figure esterne. Notevole, per chi controlla i conti pubblici. Ma la riconoscenza è reciproca, sottolineano i volontari, perché è dal Comune che è partito tutto, e sempre il Comune è pronto ad accogliere nuovi iscritti alla squadra di manutenzione, fornendo loro materiali e attrezzature, e formando sotto il profilo della sicurezza gli aspiranti membri.

Intanto, dalla panchina in centro paese dove i volontari sono riuniti, si pensa già ai prossimi lavori: bisogna rimettere in piedi le bocciofile, per ristabilire una tradizione locale che il tempo ha sbiadito. Max Laudadio, coordinatore e volontario della squadra, saluta con un ricordo personale, che sintetizza e racchiude l’identità del suo gruppo: «”Solo nel bello esiste la dignità dell’uomo“, diceva una suora che ho conosciuto ad Haiti. “Crea qualcosa di bello”, era il suo messaggio, “e la gente lo rispetterà”».

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