Crepe nel rapporto tra il Comune di Brebbia e l’associazione sportiva dilettantistica Brebbia Calcio, rimasta senza centro sportivo – di proprietà comunale – dopo la scadenza della convenzione che regolava l’utilizzo della struttura.
Il contratto è scaduto ad inizio luglio e oggi le polemiche non si sono ancora spente, perché il problema di fatto non è stato risolto e coinvolge in prima persona tante famiglie del paese. Proprio ai cittadini si è rivolta l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Alessandro Magni, attraverso una nota resa pubblica per spiegare la situazione e rispondere alle diverse critiche – anche pesanti – ricevute via social network.
In sostanza, una volta scaduta la convenzione, il Comune non ha potuto far altro che applicare le leggi, che impediscono di prolungare i contratti in essere per la concessione di immobili comunali ad uso sportivo, e di fare affidamenti diretti ad un operatore. La via tracciata dalle normative è un’altra, e purtroppo la procedura è entrata in conflitto con le esigenze organizzative della società di calcio, ripartita da zero nel 2019 e oggi punto di riferimento per tanti appassionati, con una prima squadra che milita nel campionato di Terza Categoria e ben 180 bambini iscritti alle otto squadre della scuola calcio.
Il Comune deve avviare un nuovo bando – che attualmente è in fase di definizione – per dare la possibilità a tutte le realtà del territorio, interessate e con i dovuti requisiti, di candidarsi per la gestione del campo. E nel frattempo l’ASD Brebbia si ritrova senza centro sportivo, a pochi giorni dalla scadenza del termine massimo per presentare le iscrizioni ai campionati, e nel pieno della campagna tesseramenti della scuola calcio.
Il centro – sottolineano dalla società – serve anche come base logistica per sbrigare le incombenze burocratiche in vista della nuova stagione, ma in questo momento è “off limits”, fatta eccezione per la necessità di spostare altrove il materiale che appartiene all’associazione: porte, palloni, maglie, macchinari per la cura del campo. Ma anche qui, i problemi non mancano: «Per accedere al campo dobbiamo ogni volta avvisare il Comune – spiega il presidente della squadra di calcio, Amedeo Petullo – e questa cosa ci crea ulteriore disagio. Stiamo cercando di portare via quelle cose che possono essere caricate in macchina, ma trovare il posto per ricollocare tutto non è facile».
La criticità principale, però, spiega il presidente, resta l’incertezza rispetto al futuro: «Ad oggi non sappiamo niente del nuovo bando, e le nostre scadenze incombono. Temiamo di non riuscire a prepararci in tempo per il campionato e dobbiamo dare risposte alle famiglie». La società è intenzionata a chiedere nuovamente in gestione la struttura. E al momento c’è una sola alternativa, nel caso in cui questa procedura non dovesse andare in porto: «Cercare ospitalità dalle altre associazioni sportive della zona – aggiunge in conclusione Petullo – Abbiamo già iniziato a pensarci».
Il Comune di Brebbia, con cui la società calcistica ha avuto modo di confrontarsi negli scorsi giorni, rilancia sul tema della trasparenza e della necessità di muoversi entro i confini dettati dalle regole che fanno muovere i meccanismi della pubblica amministrazione, e rende noto un precedente che ha coinvolto un Comune del Milanese. Si tratta di una istruttoria Anac (L’Autorità nazionale anticorruzione) avviata nei confronti dell’ente pubblico che «aveva concesso in gestione per diversi anni un centro sportivo ad una società, e continuava tale pratica tramite affidamento diretto, in proroga, senza ricorso a procedure di evidenza pubblica, e inoltre aveva permesso alla stessa società, per settimane e senza alcun titolo legittimante, di rimanere nello stabile dopo che la concessione era scaduta, e continuare a gestire gli spazi comunali senza titolo».
(Foto di copertina dalla pagina Facebook “ASD Brebbia Calcio”)
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