Luino | 16 Gennaio 2022

Alto Varesotto, i “semafori anticervo” tra critiche, vandalismo e meno incidenti: «Il sistema funziona»

I tanto contestati segnalatori che "tolgono il sonno" rendono più sicure le strade del nord Verbano. C'è chi li danneggia, Comunità montana vuole potenziarli

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Per alcuni cittadini sono apparecchiature che tolgono il sonno, ma i dati statistici riguardanti il loro impiego sul territorio certificano il contributo sul fronte della sicurezza stradale, e una diminuzione degli incidenti causati da animali selvatici.

Stiamo parlando dei dissuasori acustici, anche conosciuti come “semafori anticervo“, poco apprezzati da una parte della comunità locale – non sono mancati e continuano a ripetersi gli episodi di vandalismo atti a bloccare o sradicare gli impianti – e, al contrario, valorizzati da Comunità montana Valli del Verbano, ente che per primo ha creduto nell’utilità del progetto denominato “RoadKill”, che a distanza di oltre quattro anni dalla prima sperimentazione, continua ad essere alimentato tra interventi manutentivi e idee di potenziamento.

Il sistema finanziato da Fondazione Cariplo con 400 mila euro e attivato dalla Comunità montana è in funzione dall’estate del 2017 su alcune delle più trafficate strade della Valtravaglia e della Valcuvia, tutte di importanza strategica e situate in prossimità di aree boschive o zone dove sono frequenti gli avvistamenti (e attraversamenti) di ungulati. Gli impianti sono in totale otto e coinvolgono altrettanti comuni: Luino (Sp6 zona Fornasette), Germignaga e Mesenzana (nel tratto di Ss394 che unisce i due paesi), Cuveglio (Ss394, località Santa Maria), Gemonio (Sp45, località Lueditt), Cittiglio e Laveno (provinciale del Verbano orientale), Porto Valtravaglia (Sp31, località Ticinallo).

Tutti funzionano allo stesso modo: l’apparecchio, composto da lettori a raggi infrarossi e termocamere, rileva i movimenti degli animali nel bosco ed emette un lampeggiamento ogni volta che contemporaneamente capta la presenza di un veicolo in arrivo. Se la velocità del mezzo non diminuisce, scendendo sotto i 50 chilometri orari in prossimità della zona dove potrebbe avvenire l’impatto con l’animale, alla segnalazione luminosa segue quella acustica che ha principalmente lo scopo di dissuadere l’animale selvatico dal scendere sulla carreggiata, “invitandolo” così a rientrare nel bosco.

Tra il 2017 e il 2018 (l’avvento della pandemia ha sensibilmente modificato il flusso veicolare, soprattutto nei primi difficili mesi, e per questo motivo, almeno al momento, non esistono dati più recenti) negli otto comuni dell’alto Varesotto in cui sono presenti i segnalatori, i danni economici riguardanti gli incidenti stradali sono aumentati del 27%, passando da 68.038 euro a 86.443 euro. Negli altri comuni afferenti alla Comunità montana Valli del Verbano, l’aumento è stato decisamente più significativo: +76% per un totale di 120.393 euro.

Il tutto senza dimenticare che Varese è la provincia a livello lombardo che conta i più elevati risarcimenti – erogati dalla regione – per quanto concerne gli incidenti con la fauna selvatica (guardando sempre al 2018, gli importi superano quota 350 mila euro). Sul territorio della Comunità montana Valli del Verbano il numero degli incidenti con la fauna denunciati ha avuto una costante crescita durante gli ultimi quindici anni, passando da poco più di una decina di casi all’anno ad oltre 120. Ma dopo l’installazione degli apparecchi, gli otto comuni che prima contavano il maggior numero di incidenti sono diventati quelli con il numero più basso; numero che è invece è continuato a crescere nei comuni sprovvisti di segnalatori luminosi e acustici.

Dopo una lunga campagna di sensibilizzazione, passata da incontri con esperti e associazioni, e dalla divulgazione via web e social di contenuti multimediali, il progetto, quattro anni dopo, è ancora tra le priorità dell’ente montano.

«Abbiamo in essere un importante contratto di manutenzione che ci consente di intervenire per garantire il funzionamento degli apparecchi, curando l’efficienza di batterie, lampeggiatori e di tutti gli altri elementi. Purtroppo ci ritroviamo a fronteggiare il fenomeno del vandalismo, frequente soprattutto lungo il tratto di statale 394 che collega Germignaga a Mesenzana, e in zona Azzio. Qui i semafori vengono continuamente danneggiati e poi riparati. I costi di mantenimento sono alti», spiega Gianpietro Ballardin, assessore all’Ambiente della Comunità montana. Nella manutenzione vengono investiti circa 2 mila euro l’anno per ogni segnalatore, per un totale di oltre 20 mila euro.

«I risultati ci dicono che questo meccanismo, nonostante le polemiche, funziona – aggiunge Ballardin – e ci consente di diminuire il tasso dell’incidentalità. Molto però dipende da noi cittadini, dalla nostra prudenza al volante. Occorrono attenzione e collaborazione», tenendo presente che se il segnalatore emette l’avviso acustico è perché qualcuno sta attraversando ad alta velocità un tratto di strada lungo il quale è elevato il rischio di incontrare un cervo, un capriolo o un cinghiale.

Negli uffici di via Asmara si attendono i nuovi dati, per avere conferma del trend sopra riportato, mentre è in fase di studio una possibile collaborazione con il Ticino nelle aree di confine. «Il dialogo è aperto – sottolinea in conclusione l’assessore – sulle strade ticinesi sono già presenti apparecchi simili ai nostri».

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