Castello Cabiaglio | 4 Dicembre 2021

Alla scoperta dell’acquaponica a Castello Cabiaglio: il progetto di due studenti

Riccardo Balistreri e Riccardo Volonté presenteranno al mercatino di Natale uno dei loro impianti con cui producono ortaggi e allevano pesci. Ecco di cosa si tratta

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“Acquaponica” è un termine che per molti può risultare sconosciuto se non di misteriosa comprensione. In realtà non vi è nulla di misterioso in questa parola, che sta a indicare l’unione tra l’acquacoltura e la coltivazione idroponica, ovvero una tecnica che consente di coltivare le piante senza bisogno di terreno, ma solo attraverso acqua arricchita con tutte quelle sostanze nutritive di cui i vegetali hanno naturalmente bisogno. Un’acqua in cui vivono e vengono allevati anche i pesci.

È questo, in poche parole, il progetto che Riccardo Balistreri, studente 25enne di Castello Cabiaglio, ha prima condiviso e poi realizzato insieme a un compagno di studi del corso di laurea in Tecnologie Agrarie e Forestali all’Università degli Studi di Milano, un altro Riccardo (Volonté, in questo caso), originario di Busto Arsizio.

Un’idea, dunque, tutta varesina, ma con ambizioni che guardano già da ora molto lontano: ancora non sanno dove ciò avverrà, ma l’obiettivo dei due studenti è quello di fare squadra con altre persone – che possono farsi avanti già adesso – e dar vita a una start up, a un’azienda agricola che attraverso questa tecnica produca pesce e ortaggi da vendere direttamente ai consumatori e che li renda ben consapevoli dell’elevata sostenibilità di questa scelta.

Sì, perché, come ci ha spiegato Balistreri, questo è una delle tante soluzioni che potrebbero contribuire a “salvare il salvabile” dal punto di vista ambientale e a guardare all’alimentazione in un’ottica anti-spreco e anti-inquinamento e che consente di produrre circa 3 o 4 volte in più rispetto ai sistemi tradizionali grazie a un’altissima efficienza: “La FAO ne parla da tantissimi anni, ma ora, con una necessità sempre più impellente, l’acquaponica sta finalmente emergendo. Come azienda agricola produrremmo beni alimentari rispettando di default tutti i punti della COP26 e le tematiche delle agende ONU”.

“È un’idea bellissima, ma molto complessa – ci ha raccontato il 25enne di Castello Cabiaglio – In Italia ci sono già alcune aziende che utilizzano questa tecnica, come una di Udine che siamo andati a incontrare: vorremmo seguire le loro orme arrivando a produrre anche pesce edibile, perché spesso chi fa acquacoltura lo fa a puro scopo ornamentale. Ciò significa non sfruttare a pieno le potenzialità di questo sistema come invece vorremmo fare noi dimostrando, allevando ad esempio trote e salmoni, ma anche crostacei, anguille o alborelle, di saperlo gestire generando anche alta qualità”.

Ma i lati positivi dell’acquaponica non finiscono qui. “Sembra la pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno”, afferma Balistreri: per come sono progettati, infatti, gli impianti sono altamente inclusivi, ovvero in grado di coinvolgere in questa attività qualsiasi target di età o contesto sociale, dai bambini alle persone anziane fino a quelle con disabilità. Un aspetto sociale con un’importanza che va di pari passo con quello della sostenibilità, al punto tale da consentire anche una rivalutazione degli spazi – in Belgio, ad esempio, c’è un’azienda che ha installato gli impianti sul proprio tetto – o invogliare le famiglie all’autoproduzione di almeno una parte del proprio fabbisogno alimentare.

C’è dunque molto da scoprire su questo tema, oltre a tantissimo margine per investire in un futuro sempre più sostenibile e attento alla tutela dell’ambiente sotto tutti i punti di vista, e questo è ciò che i due giovani studenti spiegheranno a tutti coloro che, domenica 5 dicembre, dalle 10 alle 17.30, si recheranno al mercatino di Natale di Castello Cabiaglio dove verrà esposto anche un impianto acquaponico funzionante.

Per sapere qualcosa di più sul progetto di Riccardo Balistreri e Riccardo Volontè si può andare a curiosare sulla pagina Instagram dedicata, “acquaponicadeirick”.

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