Caravate | 4 Ottobre 2021

Bocce, accadrà il miracolo a Caravate?

E’ partito ad aprile di quest’anno il progetto “Gianfranco Bazzan”, così denominato in ricordo del compianto dirigente FIB. Un altro resoconto di Roberto Bramani Araldi

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(a cura di Roberto Bramani Araldi) E’ partito ad aprile di quest’anno il progetto “Gianfranco Bazzan”, così denominato in ricordo del compianto dirigente FIB che ha deciso di precedere tutti e di avventurarsi su sentieri celesti circa un anno fa, progetto avente lo scopo di far conoscere lo sport delle bocce attraverso giochi che possano attrarre l’attenzione dei ragazzi delle scuole dell’obbligo di Caravate.

Gioco da attuare nelle ore di educazione fisica, atto a stimolare le coordinazioni oculo-manuali dei partecipanti senza trascurare l’aspetto ludico, irrinunciabile con soggetti di così giovane età.

I coinvolgimenti successivi fino al mese di maggio hanno ampliato la base interessata nell’ambito del plesso scolastico, grazie al supporto non solo delle maestre, ma anche della dirigente scolastica Francesca Vanocolin. Il tutto favorito dalla spinta propositiva del tutor regionale FIB Claudio Bizzarri e del componente della Commissione Tecnica Regionale Diego Guerrieri, che hanno attratto nell’orbita del medesimo piano educativo, il sindaco di Caravate Nicola Tardugno.

“Quali sviluppi si propone di realizzare il progetto?” abbiamo chiesto a Guerrieri. “Naturalmente di proseguire sulla strada appena tracciata, di riuscire a coinvolgere sempre più Istituti scolastici, non solo per allargare la base, ma anche per creare una piattaforma di collegamento con altre materie di studio, per esempio la matematica, dato che uno dei giochi in palestra prevede una competizione con il lancio di bocce particolari in buche con diverso punteggio, per cui risulta vincente chi assomma il valore massimo.”

“E’ previsto di poter arrivare a far provare i giovani, sempre durante le ore di educazione fisica, su campi di bocce con bocce regolari?” incalziamo Diego. “Qui a Caravate c’è un campo di bocce abbandonato, con dimensioni ridotte, nella Villa Letizia ora chiusa. La speranza è di poterlo riattivare per fare il passo successivo.”

Sarebbe molto gratificante veder risorgere Villa Letizia, ora tristemente chiusa. Villa Letizia, antica dimora padronale della famiglia Migliavacca ove nell’Ottocento visse Carlo Migliavacca, avvocato e garibaldino, che sposò Antonietta Campari, la primogenita di Gaspare Campari, il fondatore della multinazionale odierna del beverage, e di Letizia Galli. Antonietta morì giovane a soli trentasei anni nel 1896, lasciando il marito e il giovanissimo figlio Antonio in Villa Letizia.

La sorte si accanì ulteriormente, perché Carlo divenne cieco, per cui Antonio dovette prendersi cura prima del padre, scomparso nel 1908, e poi crescere molto rapidamente tanto da diventare nel 1936 il conduttore della Società. Sposò Angiola Maria Barbizzoli che diventò, alla di lui morte nel 1956, lei professoressa di lettere, presidente della Davide Campari, quindi business woman. Fu in seguito che le germogliò l’idea di donare Villa Letizia con il relativo parco, ristrutturato anche con un percorso munito di guida in tubolare per facilitare la deambulazione agli ospiti, all’Unione Italiana Ciechi e la villa divenne “Villa Letizia – Carlo e Antonio Migliavacca” Casa di Riposo per Ciechi. Prima di questo evento fondamentale per l’attribuzione della proprietà, nel 1968 venne ultimata una pregevole opera, voluta da Angiola Maria: una cappella progettata dall’architetto Luciano Baldessari, dalle forme decisamente ardite, ispirata alla cappella di Ronchamp di Le Corbusier, incantevole per il candore dei muri perimetrali, che diventò parte integrante del complesso.

Angiola Maria alla quale Quasimodo il 24 ottobre 1965 dedicò la poesia “Versi ad Angiola Maria” nei quali “Si muove forse/ su Villa Letizia in un tempo/ di spazi chiari e rapidi/come la gioia che ti prese per poco,/difficili, quasi una legge/che àncora il dolore. E a Villa Letizia/nella terra di laghi e di fiumi./fra gente che ama la luce …”

Una storia, una saga familiare, caratterizzata da un atto di generosità, conclusa da tempo. La villa è in stato di abbandono e sarebbe davvero desiderabile che attraverso il restauro di un campo di bocce potesse ricatturare un poco di quella luce, di quella vivacità del passato, che sovente i giovani sanno trasmettere, per mettere in fuga la malinconia che accompagna sempre quel declino che chi ha donato Villa Letizia non avrebbe mai voluto si realizzasse. Vogliamo pensare che a Caravate si compirà davvero un miracolo?

PILLOLE DI BOCCE
– 01 ottobre – Basso Verbano Taino – Finale regionale serale individuale ABCD
Mazzolini – Possaccio
Piantanida – Basso Verbano
Barilani – Cuviese
Giorgetti – Casciago

– 04 ottobre – Bederese – regionale serale individuale BCD

– 04 ottobre – Ternatese – regionale serale individuale ABCD

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