Luino | 11 Maggio 2021

Luino, una stanza degli abbracci per il Monsignor Comi

Lo spazio è stato allestito grazie ad una donazione del sindacato dei pensionati italiani. Una seconda stanza arriverà presto anche per la struttura protetta

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Don Sergio Zambenetti ha usato l’immagine evangelica di Giuseppe, santo dotato del “dono del silenzio,” per sottolineare il valore del gesto compiuto da Spi Cgil, il sindacato dei pensionati italiani, in favore della Fondazione Monsignor Comi di Luino, che nella mattinata di oggi ha inaugurato la propria stanza degli abbracci, spazio che presso la casa albergo offre una nuova possibilità di incontro a familiari e ospiti: una prima risposta, dettata da cautela e sensibilità, al recente allentamento delle restrizioni anti Covid.

“San Giuseppe parlava poco – ha evidenziato il parrocco luinese prima di benedire il piccolo spazio di interazione, situato all’ingresso dell’area bar – ma al momento opportuno sapeva sempre come comportarsi, come affrontare la situazione“. Quel silenzio che è strumento imprescindibile per calibrare il proprio intervento a favore del prossimo, per fare ricorso alla propria creatività, il prevosto l’ha associato all’impegno della sezione provinciale di Spi che, seguendo l’esempio di un’iniziativa condivisa a livello regionale, e facendo leva sui contributi economici dei soci, lontano dai riflettori, ha donato il materiale necessario all’allestimento della stanza (una seconda verrà presto collocata anche nella struttura protetta), che a sua volta, per come è stata concepita e per il delicato contesto in cui si inserisce, privilegia ed esalta la presenza e il calore umano allo scambio verbale. E il concetto di fondo ritorna ed emerge, denso di significato, anche come autentica forma di resilienza.

“Grazie al contributo di Spi abbiamo dato il via a quello che per noi è il secondo step della ripresa rispetto alle interazioni tra ospiti e parenti – ha spiegato il direttore generale della Fondazione Comi, Danilo Benecchi -. Uno step che arriva a seguito della riapertura con gli incontri al vetro di inizio febbraio, voluti in aggiunta alle sempre presenti videochiamate. Ci stiamo rialzando dopo un periodo di difficoltà economiche ed amministrative non indifferenti e questo gesto del sindacato ha per noi un significato molto profondo, e fa da stimolo per proseguire lungo il percorso del graduale ritorno alla normalità. Ci sarà poi un terzo passaggio – ha anticipato il direttore della casa di riposo – riguardante la ripresa delle visite in presenza, disciplinate secondo specifiche modalità dalla recente ordinanza del Ministero della Salute. Siamo al lavoro sul protocollo”.

Nulla va lasciato al caso in un contesto di fragilità come quello delle residenze per anziani, dove il Covid ha già mostrato di poter colpire in maniera tragica e spietata. E’ la prudenza che ha consentito alla struttura luinese di non soccombere durante la prima drammatica ondata di contagi dello scorso anno. Un’attitudine che tutti in via Forlanini, dal personale sanitario ai volontari, sentono di dover mantenere, nonostante l’estate sia alle porte e la voglia di libertà e condivisione sia forte anche in questo ambiente, dove la solitudine ha spesso connotati interamente grigi e negativi.

“Non posso che dire grazie al sindacato per questo segno di vicinanza ad un istituto così caro a tutti i luinesi – ha dichiarato il sindaco Enrico Bianchi, presente all’inaugurazione, al fianco del presidente del Monsignor Comi, Gianluca Vissi, e del vice presidente Alberto Frigerio-. Chi ha concepito questo posto era portatore di un pensiero in grado di andare oltre, e tutti noi siamo eredi di questa visione, una visione perfettamente rappresentata da chi ha voluto questo spazio destinato all’incontro e da chi, personale e volontari, nonostante le mille difficoltà imposte dalla pandemia non ha mai smesso di mettersi a disposizione dei nostri anziani”.

Concetto quest’ultimo ribadito anche dai rappresentanti di Spi provinciale e regionale, Dino Zampieri e Pietro Giudice, pronti ad estendere l’interazione con la casa di riposo per eventi e iniziative riguardanti il tempo libero, e da Silvana Lalicata, presidente dell’associazione di volontariato che gestisce l’area ristoro della casa albergo: “I nostro soci, dopo mesi pesanti di isolamento, non vedono l’ora di riprendere la normale attività che consiste nel donare, sia la propria presenza che il ricavato del nostro lavoro qui presso il bar, interamente investito in favore della struttura”.

Familiari e parenti possono accedere alla stanza degli abbracci in due fasce orarie, una mattutina e una pomeridiana, soltanto su prenotazione. E’ importante a questo proposito consultare il sito della Fondazione Comi per prendere visione degli accorgimenti da rispettare all’interno dello spazio condiviso.

Per usufruire della stanza non è necessario presentare certificazioni, invece fondamentali per le visite in presenza, indirizzate a persone vaccinate (da almeno quattordici giorni) o completamente guarite dal Covid. Tali documentazioni sono messe a disposizione tramite fascicolo elettronico sanitario, ma possono essere richieste anche al medico di base, al presidio ospedaliero in cui si è stati in cura, durante il periodo di positività, o al centro vaccinale presso cui ci si è sottoposti alla somministrazione del siero.

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