Le istituzioni svizzere sono al lavoro per la messa a punto dei meccanismi che regoleranno la compilazione del certificato Covid, il documento che una volta in circolazione consentirà ai cittadini di provare la propria negatività in occasione degli spostamenti, dentro e fuori i confini nazionali.
Il certificato conterrà infatti una serie di informazioni che permetteranno di muoversi in sicurezza e garantire le operazioni di tracciamento anche durante i mesi estivi. L’obiettivo in questione verrà raggiunto attraverso una documentazione, sia cartacea che digitale, che ricalca il progetto del cosiddetto “Covid pass”, ormai in fase di definizione in Italia (il premier Draghi ha indicato la metà maggio come scadenza), e che verterà su tre condizioni: la vaccinazione, l’avvenuta guarigione dal virus o un test negativo recente.
Sui requisiti del certificato destinato ai cittadini elvetici, le autorità oltre confine hanno identificato due priorità, la facilità di fruizione e la sicurezza dei dati personali. Attorno a questi concetti è in corso un confronto interministeriale che coinvolge ben tre dipartimenti federali: informatica e telecomunicazioni, interno e finanze. Nel dibattito sono inoltre inseriti i rappresentanti dell’associazione professionale dei medici svizzeri e quelli della società svizzera dei farmacisti, i quali già impiegano sistemi di identificazione efficienti, che possono dunque fungere da riferimento ideale per il completamento delle procedure.
E a proposito di tempistiche, l’entrata in vigore del certificato Covid è fissata ad oggi per la fine di giugno, quando l’intero apparato organizzativo godrà della compatibilità con il certificato digitale verde dell’Unione europea, altro strumento che sarà fondamentale per gli spostamenti e i viaggi, in particolare quelli di tipo turistico, durante i mesi della stagione estiva.
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