Il Covid ha influenzato la vita di tutti noi, compresa quella degli studenti e delle studentesse universitarie. La situazione d’emergenza ha infatti obbligato gli atenei alle didattica a distanza, cambiando così l’immaginario classico dell’università: aule affollate, pausa caffè con i compagni, lezioni interminabili, risate e corse per trovare un posto in aula.
L’introduzione delle video lezioni ha sicuramente portato con sé aspetti postivi e negativi, stravolgendo le abitudini di tutti gli studenti. Inizialmente la possibilità momentanea di seguire per alcune settimane le lezioni comodamente da casa ha suscitato un leggero entusiasmo, ma dopo più di un anno la situazione è decisamente cambiata, forse perché non ci si aspettava una durata così lunga.
Se da un lato è comodo pensare di potersi alzare pochi minuti prima dell’inizio della lezione, non doversi preparare, poter ascoltare le spiegazioni del professore comodamente in pigiama, evitare ore sui mezzi pubblici con i loro ritardi e rischiare di non trovare posto in aula; dall’altro bisogna considerare tutto quello che con le lezioni da remoto si va perdendo: il confronto diretto con i professori, il contatto con i compagni, le possibilità di discussione e la difficoltà di rimanere concentrati davanti ad un icona sfuocata su uno schermo che sembra parlare nel vuoto.
Oltre alle lezioni, un’altra problematica della didattica a distanza sono gli esami. Come si possono svolgere? E’ possibile fare esami scritti oppure no? E come si può garantire la totale onestà da parte degli studenti? Tutte queste domande fanno che sì lo svolgimento di un esame sfoci in una situazione di incertezza: esami scritti su nuove e precarie piattaforme, dove oltre all’ansia della prova si aggiunge quella di consegnare il compito in tempo, ed esami orali dove la preoccupazione più grande è la connessione, cosa succede se salta o se si blocca? Improvvisamente poi gli studenti si trovano a dovere dimostrare la loro innocenza e lealtà a causa della preoccupazione dei professori riguardo alle possibilità di copiatura.
In realtà però la vera e grande difficoltà non è solo quella logistica, ma in particolare quella umana, infatti questa nuova metodologia ha portato alla perdita di contatto umano e di contatto con la realtà. Sicuramente un messaggio, una telefonata o una videochiamata non potranno mai sostituire le chiacchierate con i compagni, scambi di opinioni e risate insieme dal vivo. Mancano le pause al bar, l’ansia collettiva prima di una prova, i pomeriggi di studio in biblioteca e i festeggiamenti dopo un esame.
Frustrazione aggiuntiva è causata dalla mancanza di confronto con l’altro; il dover stare chiusi in casa non permette nessuna distrazione ed aumenta il conseguente stress nel ritrovarsi da soli a dover affrontare esami o argomenti particolarmente difficili e pesanti.
Le lezioni online sono state sicuramente una forte dimostrazione del tempo che l’università occupa nella vita degli studenti e aiuta a rendersi conto di quanto sia importante anche l’applicazione nella vita reale di ciò che si sta studiando teoricamente, anche solo nel confronto con gli altri o nella discussione con compagni e professori.
Insomma, tra alti e bassi la didattica a distanza è stata certamente un periodo particolare che gli studenti non potranno dimenticare facilmente, permettendo di guardare con nostalgia al passato, ma che allo stesso tempo fa pensare al futuro con ottimismo, nella speranza che il prossimo anno tutto possa tornare alla normalità.
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