La Procura della Repubblica di Varese ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro persone ritenute a diverso titolo coinvolte nei fatti che portarono al suicidio di un anziano ospite della Residenza Prealpina di Cuvio, avvenuto la notte del 21 marzo 2017 quando l’uomo, un settantaquattrenne affetto da grave disabilità intellettiva, si gettò dalla finestra della sua stanza, rimanendo subito dopo incagliato nei pali della cancellata.
Secondo la Procura, come riporta il quotidiano La Prealpina, le quattro persone su cui si sono concentrate le indagini per quel drammatico episodio – il direttore della casa di riposo, un medico e due operatrici socio sanitarie in servizio quella notte – non avrebbero vigilato correttamente su un soggetto vulnerabile a tal punto da necessitare una assistenza continua in ogni momento della giornata, come riportato in una perizia riguardante l’uomo, che in passato aveva già tentato più volte l’atto estremo, così come la fuga dalla residenza.
“E al direttore e legale rappresentante della struttura viene contestato proprio di averlo accolto nonostante le presunte carenze gestionali e strutturali (come le finestre con maniglie che gli ospiti potevano girare agevolmente) che non avrebbero potuto garantire la sua incolumità – si legge sulle pagine del quotidiano locale -. Al medico in servizio quella notte viene addebitato di non aver adottato tutte le misure di sicurezza e di controllo – ad esempio, il suicida era in camera da solo. mentre le due oss devono rispondere del fatto di aver lanciato l’allarme solo molte ore dopo che l’anziano si era buttato”.
L’udienza preliminare è stata rinviata a giugno su richiesta dei legali difensori (una delle due oss si trova attualmente in Ecuador, suo paese di origine). L’accusa è di cooperazione in omicidio colposo.
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