Il Covid-19 ha iniziato ad allentare la sua morsa sulla Fondazione Monsignor Comi di Luino, ma la situazione rimane ancora molto complicata e preoccupa il consiglio di amministrazione, il personale, gli ospiti e le loro famiglie.
Una delle problematiche principali riguarda i rientri degli operatori: sono state segnalate infatti alcune incongruenze nelle disposizioni relative al personale che risulta guarito, ma ancora positivo e ciò crea non poche difficoltà.
Oltre a ciò, la cura degli ospiti e il bisogno di effettuare loro i tamponi sono due attività che al momento sono difficilmente eseguibili entrambe dal personale operativo presente: per questo motivo è stato dato il via a una collaborazione con la Croce Rossa di Luino e Valli.
“Qualche settimana fa abbiamo espresso vicinanza alla Fondazione Mons. Comi, agli ospiti e ai suoi dipendenti. Ci siamo impegnati da subito proponendo, nel limite delle nostre possibilità, le nostre competenze e i nostri servizi attivati in questa emergenza”, spiega il presidente, Pierfrancesco Buchi.
“Abbiamo dato un piccolo contributo per aiutare il Comi a superare quanto prima le difficoltà che sta attraversando a causa del Covid-19. Ci siamo messi a disposizione per effettuare i tamponi rapidi e abbiamo siglato una convenzione con la Fondazione per un supporto operativo ai loro screening interni”, prosegue Buchi. Fra gli aiuti dati dalla CRI luinese c’è anche il trasporto dei tamponi a Gallarate, in un centro con il quale la Fondazione ha stipulato un accordo per le analisi e gli esiti dei test.
“Ringrazio la Croce Rossa di Luino e Valli per la disponibilità in questo momento di grande difficoltà che stiamo vivendo all’interno della struttura. Siamo facendo il possibile per evitare ulteriori disagi e per risolvere le situazioni interne delicate” afferma il vicepresidente del CdA, Alberto Frigerio, per esprimere la propria gratitudine e per ribadire che si sta combattendo su ogni fronte per garantire la cura e l’attenzione necessarie a ogni ospite.
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