(Foto © cdt.ch Rescue Media) Un nuovo arresto è stato portato a termine nelle scorse ore in relazione alle indagini per l’assalto al portavalori avvenuto il 5 luglio 2019 a Molinazzo di Monteggio.
Le autorità ticinesi, in collaborazione con i carabinieri del reparto operativo del Nucleo investigativo di Varese, già ad agosto avevano lasciato intendere che l’inchiesta avrebbe condotto ad altre imminenti novità, e circa un mese dopo ecco un ulteriore passo avanti nella ricostruzione dei fatti che quel 5 luglio, poco dopo le 9 di mattina, videro quattro rapinatori armati entrare in azione presso la località di confine, minacciando l’autista del mezzo, legandolo a seguito di una colluttazione per poi abbandonarlo, insieme al furgone, nel territorio di Arcisate. Da lì la fuga a piedi con la refurtiva, abbandonata nei boschi della Valceresio dai malviventi per sottrarsi alle forze dell’ordine, che nel frattempo si erano messe sulle loro tracce.
Dopo gli arresti di un 46enne e di un 63enne, entrambi italiani, è un connazionale di quarant’anni l’ultimo presunto colpevole finito dietro le sbarre in Ticino. Su di lui pendeva un mandato di cattura spiccato dalla magistratura svizzera. L’uomo si è consegnato alle autorità lo scorso giovedì.
La misura restrittiva della libertà nei suoi confronti, stando a quanto comunica la polizia cantonale, è stata confermata dal giudice dei provvedimenti coercitivi. Le principali ipotesi di reato nei suoi confronti sono quelle di rapina aggravata, sequestro di persona e rapimento, infrazione alla Legge sulle armi.
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