Tanti appelli e richiami al buonsenso, al rispetto delle norme anti Covid e di quelle più generali che disciplinano universalmente i comportamenti nelle aree pubbliche e a contatto con la natura, sono caduti nel vuoto. Poi è arrivato il maltempo, con il violento nubifragio del 7 giugno scorso a complicare gli schemi, e a rendere inevitabile la decisione: le cascate di Ferrera devono chiudere i battenti.
A stabilire l’inagibilità dell’area naturale, che ha registrato un boom di accessi durante gli ultimi due mesi, è un’ordinanza del sindaco Marina Salardi – la seconda dopo la fine del lockdown – motivata dalle condizioni di pericolosità del sentiero di accesso. Ma l’atto va contestualizzato.
“Purtroppo la gestione delle cascate in queste settimane estive non è stata facile – spiega Salardi -. Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni, in particolare per l’abbandono di rifiuti. Più volte come amministrazione abbiamo richiesto l’intervento dei carabinieri, soprattutto nei weekend, al fine di ristabilire l’ordine e scongiurare assembramenti. E’ stata dura – ribadisce la prima cittadina di Ferrera – sia per il rischio contagi che per la situazione che si è creata all’interno dell’area dopo l’intensa ondata di maltempo di giugno. La decisione di chiudere è stata inevitabile e i lavori previsti ci permetteranno di riaprire finalmente in sicurezza“.
Comunità montana Valli del Verbano ha infatti stanziato un contributo di 100mila euro per riqualificare completamente la strada di accesso alla cascata Fermona e la scelta di chiudere il sito, nonostante criticità e preoccupazioni, arriva quindi nel momento più indicato per cambiare l’approccio al luogo.
(Foto di copertina © Angela Cattel)
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