Varese | 11 Giugno 2020

Ospedale di Circolo: continua il lavoro dell’Unità coronarica dopo un’intensa Fase 1

L'Unità durante la Fase 1 ha svolto funzioni ulteriori rispetto al solito. Il dottor Alberto Limido: "Non sottovalutate i sintomi di possibile problema acuto al cuore"

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Ci hanno messo davvero il cuore, inteso come sentimento ma anche come coraggio. Sono i medici, gli infermieri e gli OSS dell’Unità Coronarica dell’Ospedale di Circolo, diretta dal dottor Alberto Limido, che, durante la fase 1 dell’emergenza Covid-19 sono stati chiamati a svolgere una funzione ulteriore rispetto a quella che normalmente compete loro.

L’Ospedale di Circolo, infatti, è stato riconosciuto come hub per la Cardiologia interventistica e, di conseguenza, si è trovato ad accogliere un numero maggiore di pazienti cardiologici acuti, non solo del nostro territorio, che, sottoposti al trattamento in emodinamica, sono stati ricoverati in Unità Coronarica.

Parallelamente, la struttura del dottor Limido è stata chiamata ad accogliere anche i pazienti sottoposti ad interventi cardiochirurgici o cardiovascolari in urgenza ed emergenza, pazienti che normalmente vengono ricoverati nella Terapia intensiva cardiochirurgica. Quest’ultima, però, per tutta la fase 1 è stata chiamata a dedicarsi esclusivamente ai pazienti con Covid-19, e l’Unità Coronarica ha così dovuto vicariarla.

“È stata un’esperienza intensa, difficile ma davvero arricchente – racconta il dottor Limido – Grazie alla squadra che si è dimostrata affiatata e bene organizzata, grazie alla rapida acquisizione di nuovi e moderni strumenti, soprattutto ecocardiografi e ventilatori, grazie all’aumento temporaneo dei posti letto disponibili, passati da 8 a 12, e grazie alla grande cooperazione garantita da tutte le strutture che compongono il Dipartimento Cardiovascolare, siamo riusciti a far fronte alle difficoltà del momento con uno standard qualitativo elevato, garantendo assistenza ad oltre 160 pazienti: cardiopatici acuti, pazienti sottoposti a interventi di cardiochirurgia e di chirurgia vascolare, pazienti con necessità di assistenza cardiocircolatoria meccanica”.

A rendere ulteriormente più complessa l’attività, la necessità di gestire i pazienti all’ingresso dell’Unità Coronarica in attesa dell’esito del tampone, mantenendoli in un’area di isolamento per poi essere spostati all’interno del reparto, una procedura che ha riguardato 102 pazienti e che ovviamente permane anche in questa fase 2.

“Anche se attualmente non si rilevano segnali allarmistici, la consapevolezza che l’emergenza Covid non possa ancora essere archiviata ci spinge a mantenere alta la nostra attenzione. Ma il mio pensiero va innanzitutto ai pazienti cardiopatici – tiene a concludere il dottor Limido – le malattie cardiovascolari continuano ad essere la maggiore causa di morte in Italia. È fondamentale non sottovalutare i sintomi che possono indicare un problema acuto al cuore, quali dolore al petto, mancanza improvvisa di fiato, batticuore improvviso, perdita improvvisa della coscienza e rivolgersi immediatamente al Sistema dell’emergenza-urgenza”.

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