Caravate | 14 Maggio 2020

“E ci condusse in questo luogo e ci diede questo paese dove scorre latte e miele”

Il racconto della realtà del convento dei Religiosi Passionisti di Caravate, dove la fede e la natura rendono l'atmosfera magica con un grande rispetto per gli animali

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(articolo di Patrizia Gusmeroli e Giulia Carrillo) A colui che oltrepassa il cancello del convento dei Religiosi Passionisti in Caravate, si presenta uno spettacolo incantevole. I sensi vengono rapiti dai profumi di lavanda e basilico. Gli alberi nelle varie stagioni, il filare lilla della lavanda e le multicolorate arnie ti riempiono gli occhi con un caleidoscopio di colori.

Gli innumerevoli suoni della natura formano un armonioso concerto polifonico: il coro dei grilli, le più rumorose galline che avvisano d’aver prodotto le uova, i galli che annunciano non solo l’alba e si danno voce vicendevolmente. Nel pomeriggio, come scolari all’uscita da scuola, arrivano di corsa le pecore con i loro saltellanti agnelli, rendendo il quadro perfetto. Un’oasi di pace e tranquillità. Eppure dietro questa calma si cela un continuo e prezioso lavorio operato dalla comunità passionista, dai numerosi amici del convento e dalle più piccole creature che vivono qui: le api.

Osservate nel loro comportamento laborioso e prezioso, le api nella Sacra Scrittura ci vengono presentate per esprimere in senso metaforico il rapporto nel creato tra noi e Dio, un messaggio divino, la sua Parola, che come il miele è dolce e ristoratore: “Quanto sono dolci al mio palato le tue parole: più del miele per la mia bocca” (Salmo 119,103).

Le api operaie svolgono il loro lavoro nell’armonia naturale del creato: accumunate da una ricca condivisione e impegnate l’una per l’altra, eccellono e cooperano nel produrre quel bene prezioso che è il miele.

I Fratelli e i Padri, nel loro Convento a Caravate, ci tramandano quell’insegnamento antico, proprio della tradizione cristiana, di unire la preghiera e lo studio con le attività manuali (ora et labora). Il lavoro, intriso di senso spirituale, rende capaci di viverlo nella sua pienezza e insegna la cura e il rispetto verso l’ambiente.

A Caravate, si lavora, come nel ciclo vitale delle api, in un’ottima distribuzione dei compiti, in cui i Religiosi sono aiutati dalla comunità passionista e tutti si “danno da fare” con energia, approdando al raccolto dei tanti frutti dolci e ristoratori che la natura offre.

Padre Marcello e padre Marco, innamorati delle loro api, sono i principali fautori della produzione del miele. Spostano le arnie a seconda della qualità del miele che si vuole produrre; sono attenti alla eventuale sciamatura, cioè il modo con cui le api formano una nuova famiglia con un’altra regina, trasferendole manualmente con estrema delicatezza in un’arnia nuova; sono abili nella smielatura (l’estrazione del miele dai favi dell’alveare per poi invasettarlo). Instancabili nel lavoro, nonostante gli innumerevoli impegni, sono ricompensati da quel dorato nettare prodotto dalle loro api e dal loro lavoro, grati di quel “multiplo” promesso dal Signore a fronte di tanto sacrificio.

Uno sguardo e un ringraziamento particolare sono rivolti alla signora Pina, che da cinquant’anni frequenta il Convento dei Religiosi Passionisti e alle persone che si avvicendano con lei. Sempre presente con una partecipazione attiva, senza distrazioni o esitazioni, instancabile come un’ape, lavora e prega, dandoci un esempio di forza e tenacia nei compiti che le sono stati affidati. Con cura riempie i vasetti, li etichetta e provvede ad inscatolarli.

Un altro prezioso collaboratore è Claudio che, sempre discreto e disponibile al sorriso e all’ascolto, in un silenzio mistico in cui si percepisce un’atmosfera di pace, partecipa attivamente ai lavori della fattoria, prendendosi particolarmente cura degli animali del convento: ama le pecore e le guida su per le colline erbose, accudisce le innumerevoli galline, raccoglie le uova, aiuta i Religiosi nei lavori dell’orto … controlla che la volpe che transita all’imbrunire non se ne vada con qualche gallina! Insomma, un instancabile factotum fedele e capace. Ultimo non certo per importanza il caro Benso, che attento alla sicurezza del territorio si occupa degli alberi e della loro cura.

Naturalmente tutto questo aiuto degli amici della bella “FamigliaPassionista” è sospeso da febbraio causa Coronavirus. Il convento, svuotato dalla presenza dei laici e ferme le attività di formazione (lectio, cammini di fede, scuola della parola e esercizi spirituali), ha costretto i Religiosi a un cambiamento delle loro priorità giornaliere. Non si è fermata la preghiera che ritma e accompagna il loro lavoro a contatto con la natura, che va seguita, curata, amata e preservata in attesa del ritorno dei gruppi e degli amici, perché il Convento possa continuare ad essere quell’angolino accogliente di Paradiso, dove si respira l’armonia del Creato.

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