Varese | 27 Aprile 2020

Coldiretti Varese: “La nostra agricoltura sta alimentando il Paese, sia così anche in futuro”

Fiori: “Superlavoro delle nostre imprese per far fronte alle richieste del mercato. Ciò dimostra la grande importanza dell’autosufficienza produttiva”

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“La nostra agricoltura, a Varese come nel resto della penisola, sta sopperendo egregiamente alle richieste di un mercato che, in questo periodo, ha visto impennare la richiesta del Made in Italy alimentare. Un cambio di rotta dettato non solo dalle difficoltà della logistica internazionale, ma anche da un preciso orientamento dei consumatori che, in queste settimane di emergenza, pretendono giustamente di portare sulle loro tavole prodotti italiani e di qualità. Ed è un orientamento che rappresenta un valore irrinunciabile per oltre l’80% dei cittadini”. Lo dichiara Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese, a commento del “cambio di rotta” in corso sulle dinamiche del mercato agroalimentare, “che vede un aumento delle richieste dei nostri prodotti da parte della grande distribuzione”.

“Responsabilmente, l’agricoltura sta facendo la sua parte, con un superlavoro delle imprese che fanno i salti mortali per superare le difficoltà imposte dall’emergenza: in primis, la carenza di manodopera stagionale e le difficoltà nel reperimento di quanto necessario alle operazioni colturali, date le difficoltà della logistica e il fermo del comparto agromeccanico. Ma questo sforzo immane deve essere riconosciuto in futuro: non vogliamo più vedere gli scaffali dei supermercati invasi da prodotti stranieri… che magari costano uno o due centesimi meno rispetto a un made in Italy di qualità incomparabilmente maggiore. Questa emergenza ci sta insegnando quanto sia importante e strategica l’autosufficienza produttiva nei molti comparti del nostro Paese, quello agricolo in primis. Ma non solo: pensiamo alla difficoltà di reperire le mascherine di protezione… e riflettiamoci su con attenzione” aggiunge Fiori.

Per Coldiretti Varese “va innanzitutto portata avanti la battaglia per ottenere, a livello europeo, un’etichettatura totale dell’origine delle materie prime alimentari”. Proprio Coldiretti insieme a Campagna Amica è stata promotrice dell’iniziativa dei cittadini europei che ha raccolto oltre 1,1 milioni di firme in 7 Stati membri (l’iniziativa ha avuto un’adesione massiccia anche dei cittadini del Varesotto) e che chiede di estendere l’obbligo di indicazione della materia prima in tutti gli alimenti promossa con il sostegno di numerose organizzazioni e sindacati di rappresentanza europee: dalla Fnsea (il maggior sindacato agricolo francese) alla Ocu (la più grande associazione di consumatori spagnola), da Solidarnosc (storico e importante sindacato polacco) alla Upa (l’Unione dei piccoli agricoltori in Spagna), da Slow Food a Fondazione Univerde, a Gaia (associazione degli agricoltori greci) a Green protein (Ong svedese). A spingere in questa direzione – precisa la Coldiretti – sono anche le normative nazionali di etichettatura di origine obbligatoria adottate da numerosi paesi in via sperimentale oltre all’Italia. Come Spagna, Francia, Portogallo, Finlandia, Romania, Lituania e Grecia.

Quella dell’etichettatura d’origine è una sfida che vede alleati produttori agricoli e cittadini. Grazie al pressing della Coldiretti è in vigore in Italia l’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018, del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. Il 13 febbraio 2018 era entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e del riso, ma prima c’erano stati già diversi traguardi raggiunti: il 19 aprile 2017 è scattato l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre, a partire dal 1° gennaio 2008, vigeva l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. A livello comunitario – conclude la Coldiretti – il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca.

Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, mentre la Commissione Europea ha recentemente specificato che l’indicazione dell’origine è obbligatoria anche su funghi e tartufi spontanei: proprio nelle scorse settimane, infine, è entrato il vigore il dispositivo nazionale che proroga l’obbligatorietà di indicare in etichetta l’origine del grano per produrre la pasta, del riso e dei derivati del pomodoro, oltre a quella per i prodotti lattiero caseari.

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