“Non è pensabile che chi si trova a dovere varcare la frontiera con la Svizzera per motivi di lavoro debba subire code interminabili, che per altro creano disagi anche ai comuni di frontiera che devono garantire in una fase come quella che stiamo vivendo anche il transito di mezzi di emergenza e soccorso. Bene ha fatto il governo italiano, attraverso il sottosegretario Scalfarotto, a porre con forza la richiesta alle autorità federali la riapertura immediata anche dei valichi minori con la nota mandata oggi alle autorità elvetiche in vista dei maggiori flussi previsti già da domani”. Così Maria Chiara Gadda, deputata varesina di Italia Viva.
“In queste settimane – continua Gadda – ho raccolto le preoccupazioni di tanti cittadini, e ringrazio il Presidente dell’associazione dei comuni di frontiera Massimo Mastromarino per il costante aggiornamento circa l’evolversi della situazione. Questo è stato molto importante al fine di aggiornare in tempo reale il sottosegretario agli Esteri, Ivan Scalfarotto, che già la scorsa settimana aveva inviato richiesta formale al segretario di Stato Balzaretti circa la riapertura dei valichi minori di maggiore transito per i nostri frontalieri”.
“In vista della riapertura di alcune attività in Svizzera come anticipato dalla amministrazione federale delle dogane, e dalla deliberazione in Ticino di aumentare il numero degli addetti in determinate attività, è necessario trovare un pieno coordinamento tra i due Paesi in una ottica collaborativa“, continua la deputata di Italia Viva.
“Per questo trovo molto importante la nota inviata oggi dal nostro ministero degli esteri alla ambasciata Svizzera, nella quale viene rinnovata la richiesta fatta nei giorni scorsi di celere riapertura di tutti i valichi per un riavvio ordinato e in sicurezza. Giusto che il governo italiano abbia messo in evidenza le eccessive code che si determinano nei nostri comuni di frontiera, con insostenibili aggravi di tempo e costi per i nostri frontalieri. È per altro comune interesse che ripartano le attività in massima sicurezza, evitando focolai, e raccordando le misure di prevenzione sui luoghi di lavoro e nei mezzi di trasporto pubblici. Confido che le autorità elvetiche diano corso in tempi rapidi a queste richieste, perché è nell’interesse generale dei cittadini e delle istituzioni di entrambi i Paesi”, conclude Maria Chiara Gadda.
© Riproduzione riservata
Vuoi lasciare un commento? | 0