I sindacati dei frontalieri di Cgil, Cisl e Uil all’attacco della decisione delle autorità del Canton Ticino di avviare la “Fase 2” già a partire dal 20 aprile.
«Le nuove aperture in Ticino sono troppo vaste e avvengono troppo presto» dichiarano in una nota i coordinatori nazionali dei Consigli sindacali interregionali (CSIR-IRTUC-CES) e Giuseppe Augurusa (CGIL), Luca Caretti (Cisl) e Pancrazio Raimondo (Uil).
«Nella giornata di ieri – prosegue la nota unitaria – il Consiglio di Stato del Canton Ticino ha annunciato nuove disposizioni per le attività economiche all’interno della “finestra di crisi” per il periodo dal 20 al 26 aprile. Una scelta che ci preoccupa per gli effetti che determinerà sui flussi del lavoro transfrontaliero in una fase in cui le curve epidemiche delle aree confinanti di Como, Varese e Verbania ed in particolare, del Cantone stesso, non paiono ancora aver superato il punto critico. Una scelta che contraddice le raccomandazioni di una parte importante della comunità scientifica e sembra ignorare le cautele a cui l’OMS invita proprio in queste ore, rispetto alle auspicate ripartenze delle nostre attività».
«Questi provvedimenti – insistono i sindacati – si aggiungono alle deroghe consentite appena dopo Pasqua per alcuni settori minori come la… —> per continuare a leggere l’articolo andare sul sito “VareseNoi”, cliccando qui.
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