Brinzio | 4 Marzo 2020

Alto Varesotto, “A proposito di boschi, di contributi dal PSR e selve castanili”

Un lavoro che permetterà di rivalorizzare boschi e nuovi tratti di selve castanili “riemerse” dalle rinselvatichite foreste tra Brinzio e Castello Cabiaglio

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Riceviamo e pubblichiamo un’analisi dell’agronomo Valerio Montonati riguardanti le selve castanili “riemerse” dalle rinselvatichite foreste tra Brinzio e Castello Cabiaglio.

Ho letto con piacere, in questi giorni, dei contributi PSR concessi alle aziende forestali del varesotto, delle somme distribuite a livello regionale sempre sul comparto boschivo e dei nuovi tratti di selve castanili “riemerse” dalle rinselvatichite foreste tra Brinzio e Castello Cabiaglio.

Colgo, quindi, l’occasione per fare il punto sulla questione PSR 2014 – 2020 e promuovere, ancora una volta, la positiva azione di recupero delle storici castagneti delle nostre amate montagne.

PSR 2014 – 2020: al positivo annuncio dell’assessore all’agricoltura di Regione Lombardia circa il generico ma condivisibile sforzo di tutelare il patrimonio boschivo provinciale e regionale con i 600 e rotti mila euro di contributi concessi aduna dozzina di aziende provinciali sui circa 3,8 milioni distribuiti a livello regionale (il 18% c.a.) devo aggiungere, sempre con soddisfazione e per omaggio alla verità che, nonostante le previsioni negative che personalmente ho manifestato in più circostanze circa il rischio di vedere perduti parecchi milioni di euro dalle disponibilità del PSR, al 31 dicembre 2019 la Regione Lombardia, insieme a tutte le altre (salvo la regione Puglia), è riuscita a liquidare il 100% delle previsioni a quella data.

Senza rivendicare alcun merito (anche se l’Assessore personalmente ha ammesso che certi stimoli giovino …) desidero, almeno, concedermi lo spassosa e fantasiosa immagine dell’Assessore che, armato di frusta, come probabilmente i suoi colleghi italiani, abbia sollecitato dirigenti e funzionari regionali, ciascuno per i propri doveri, alla massima solerzia nel raggiungimento di un obiettivo essenziale, pena pesanti ripercussioni almeno sui premi di produttività (assolutamente cospicui, almeno per i dirigenti).

Ciò non di meno desidero proporre alcune considerazioni:

1) I 3,8 milioni di euro concessi ad un numero, comunque, limitato di aziende della regione, sono stati elargiti a fronte di uno sforzo complessivo, sostenuto dalle suddette realtà, di oltre 10 milioni di euro ed interamente concentrati sull’acquisto di attrezzature forestali ovvero per la gestione e prima lavorazione dei prodotti forestali. In questo caso, quindi, non sono stati investiti soldi del PSR per interventi diretti sui boschi.

2) E’ prevista l’apertura di un bando che prevede contributi per interventi selvicolturali (gestione reale del bosco con finalità migliorative dell’ecosistema nel suo complesso) ma solo su boschi “Assestati” con funzione protettiva e, principalmente, con finalità di prevenzione dai fenomeni di dissesto idrogeologico e/o di incendio. La misura, ancorché supportata da una somma ridicola rispetto alle reali necessità dei boschi regionali, offrirebbe, comunque, delle opportunità. Tuttavia gli enti competenti in materia forestale in provincia si trovano, spesso, senza piani di assestamento ovvero con gli stessi scaduti o in corso di aggiornamento / revisione e quindi con il reale rischio di vedere rigettate le eventuali istanze presentate, sia dalle aziende abilitate (unicamente le aziende forestali iscritte all’albo regionale) sia dagli Enti locali interessati.

3) Ancora una volta è assolutamente ignorata la possibilità di cofinanziare interventi che prevedano il recupero delle numerosissime selve castanili in abbandono in tutta la provincia, dalla collina alle maggiori cime confinanti con la confederazione elvetica e che rappresentano un’occasione notevole per il rilancio turistico delle nostre montagne.

4) Il PSR 2014 – 2020 è in scadenza e l’obiettivo di spendere utilmente le somme disponibili è ancora lontano (vedasi tabella rintracciabile su “Rete rurale nazionale”). In particolare risulterebbe che proprio i Gal (di cui la nostra provincia è stata, vergognosamente, privata !!) si trovino in grande difficoltà nell’assegnare e liquidare i fondi messi loro a disposizione (alla faccia dei programmi che a loro tempo hanno escluso quelli varesotti perché giudicati, evidentemente, più affidabili !!) . Staremo a vedere ma se rimarranno soldi non investiti su montagne che, tra l’altro, hanno, per loro natura, maggiori capacità attrattive delle nostre, non staremo zitti e chiederemo che qualcuno paghi concretamente.

Riguardo l’esemplare intervento di valorizzazione della selva castanile sita poco prima di giungere a Castello Cabiaglio, nel Parco del Campo dei Fiori, che sovrintende queste azioni ed è da elogiare, se non altro perché è stato capace di avviare un progetto “Interreg” incentrato su questo argomento, rammento che esiste anche un versante sud del Campo dei Fiori, in gran parte entro i confini comunali di Varese (come “il pratone” di Velate, per esempio) anch’esso ricco di siti simili, benché, talvolta, reliquati di complessi ben più estesi e su cui, previo l’interessamento in via prioritaria del dell’Ente Parco, potrebbe interessarsi direttamente, tramite una stretta collaborazione, anche il medesimo comune di Varese, mediante specifiche attività di recupero e valorizzazione di questi siti storici.

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