Brezzo di Bedero | 2 Marzo 2020

Brezzo di Bedero, a dieci anni dalla scomparsa il bel ricordo dedicato a don Domenico

Il "Ricordo di Don Domenico Colombo, parroco di Brezzo di Bedero (1971-2010)" è stato distribuito alla popolazione del paese in questi giorni. Un omaggio interessante

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E’ stata distribuita in questi giorni alla popolazione di Brezzo di Bedero, ma non solo, una pubblicazione che ricorda ed onora la memoria di don Domenico Colombo (1934-2010) nel decennale della scomparsa.

Come si legge nella presentazione, un gruppo di estimatori che con lui hanno collaborato in varie forme e misura ha voluto unirsi per ricordare questa figura di sacerdote che si è guadagnato la stima non solo della comunità di cui è stato pastore dal 1971 al 2010, ma anche di due generazioni di turisti stranieri realizzando in un piccolo paese quella stretta collaborazione tra le varie chiese che porta il nome di ecumenismo.

I contributi si devono a don Piergiorgio Solbiati (Il Monte delle Betulle), Roberto Radice (La riflessione è anche preghiera), Mario Aspesi (Un ricordo lontano), Daniele Boldrini (Un legame forte con la comunità), Mario Manzin (Paziente anche nella sofferenza), Pietro Baratelli (Perché il ricordo non vada smarrito) e Pierangelo Frigerio (Dalla memoria motivi per l’avvenire). Vengono ricordati gli attestati di stima per la sua attività pastorale ricevuti dai cardinali arcivescovi di Milano Giovanni Colombo, Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi.

Alcune fotografie emblematiche ricordano il suo tragitto, richiamando le figure del vicario episcopale Bernardo Citterio, dell’ugandese Padre Leo Odongo del Seminario di Aboke, i sindaci Luigi Cassani e Giacomo Petrolo, il maestro Paul Baumgartner.

Gli autori hanno ripercorso questi quarant’anni ricordando l’attenzione alla dignità dei riti, l’attenzione per le manifestazioni culturali prima fra tutte la Stagione Musicale, l’impegno alla conservazione degli edifici di culto con pluralità di interventi, primi tra tutti proprio la Collegiata di San Vittore, la Canonica, il cui restauro è legato in maniera indissolubile al suo nome.

Nell’adempimento della propria missione, si legge ancora, è stato guida ed interprete dei bisogni della comunità condividendo le difficoltà dei tanti che a lui si sono rivolti per ottenere aiuto; larga è stata la sua disponibilità nei confronti dei giovani con impegno di educatore della cristiana dottrina.

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