Brezzo di Bedero | 5 Novembre 2019

Se ne è andato l’unico ultracentenario di Brezzo di Bedero, addio ad Ernesto Xausa

Il ricordo dell'ex sindaco Daniele Boldrini: "Ha saputo esprimere sempre le sue doti migliori, la gentilezza e la cortesia, la saggezza, l’arguzia e la curiosità"

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Avevamo raccontato il suo centunesimo compleanno nel 2016 e il suo centoduesimo compleanno nel 2017, quando contornato da familiari, parenti, amici e conoscenti, tutta Brezzo di Bedero aveva voluto rendergli omaggio con una bellissima festa, ma negli scorsi giorni la stessa comunità ha dovuto salutare, suo malgrado per l’ultima volta, il più anziano cittadino del paese: Raimondo Ernesto Xausa, che lo scorso 28 luglio aveva compiuto 104 anni.

Così, oggi, a ricordarlo è l’ex sindaco Daniele Boldrini, che era molto legato ad Ernesto e alla sua famiglia. Lunedì 4 novembre, con una sentita cerimonia funebre alla presenza della Sindaca e del Gruppo Alpini, la comunità di Brezzo di Bedero si è stretta commossa attorno alla famiglia di Ernesto Xausa, spentosi serenamente all’età di 104 anni, circondato dall’affetto dei figli, dei nipoti e dei piccoli pronipoti.

Ernesto – ricorda l’ex sindaco Boldrini – è l’unica persona nella storia di Brezzo di Bedero ad aver raggiunto il traguardo dei 100 anni. Nell’estate 2015 era stato celebrato il grande evento con la Santa Messa nella Collegiata di San Vittore, officiata dal nipote del festeggiato, Don Fabio Volpato, e proseguito con un pranzo organizzato dai familiari in collaborazione con la Pro Loco e con il Gruppo Alpini di Brezzo di Bedero.

Ernesto Xausa era nato a Lusiana, in provincia di Vicenza, il 28 luglio 1915. Nel pieno della giovinezza vive i drammatici momenti della seconda guerra mondiale, la deportazione e la prigionia in Germania, il faticoso ritorno in Italia, in precarie condizioni di salute, dopo la liberazione da parte degli alleati. Poco dopo la guerra si trasferisce a Brezzo di Bedero a casa delle sorelle, dove ricomincia a costruire la sua vita, lasciandosi alle spalle i dolori e le atrocità della guerra.

Un mio personale ricordo mi porta al 2002: quando il Parlamento Italiano istituisce il “Giorno della Memoria” – racconta Daniele Boldrini -, Raimondo Ernesto Xausa partecipa, insieme ad altri testimoni del secondo conflitto mondiale, all’incontro organizzato nella Sala Consiliare di Brezzo di Bedero il 27 gennaio di quell’anno. La sua testimonianza, sofferta ma molto sentita, concessa grazie all’interessamento del parroco Don Domenico, rispecchia perfettamente le finalità della Legge, di lasciare un segno a favore delle generazioni future (quella sera la sala consiliare era sorprendentemente gremita di giovani), per conoscere e approfondire gli avvenimenti di quel doloroso periodo del secolo scorso e creare una coscienza che contrasti ogni forma di sopraffazione di uomini su altri uomini”.

“In quella serata, come in qualsiasi altra occasione, ha saputo esprimere le sue doti migliori, la gentilezza e la cortesia, la saggezza tipica delle persone anziane, l’arguzia e la curiosità che, anche in età molto avanzata, hanno contraddistinto le sue giornate. La serenità che trasmetteva, dimostra la sua capacità di aver fatto tesoro delle esperienze della vita e delle grandi difficoltà vissute durante la seconda guerra, con il risultato di saper dare la giusta importanza alle cose che contano nella vita, gli affetti e le relazioni personali”, conclude Daniele Boldrini.

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