Brezzo di Bedero | 28 Luglio 2017

Auguri a Raimondo Xausa: con i suoi 102 anni è il cittadino più anziano di Brezzo di Bedero

Nel giorno del suo 102esimo compleanno, Raimondo è stato accolto in comune per un brindisi speciale, in presenza del sindaco Campagnani e dei parenti più cari

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Un brindisi in onore di un cittadino più che onorario. Stiamo parlando dell’incontro avvenuto questa mattina nel comune di Brezzo di Bedero, per festeggiare Raimondo Xausa e i suoi 102 anni, compiuti proprio il 28 luglio. Classe 1915, l’anziano signore è stato accolto dai membri del consiglio comunale e dal sindaco Maria Grazia Campagnani, che augurandogli di rivederlo l’anno prossimo, ha ricevuto come pronta risposta “Speriamo in Dio”.

Un signore ancora in gamba (nel vero senso del termine) e lucido mentalmente, nonostante una vita faticosa, passata a lavorare fin dalla giovane età. Padre di tre figli, nonno di cinque nipoti, bisnonno di tre pronipoti e purtroppo vedovo da 12 anni, Raimondo ancora oggi vive nella casa di Brezzo di Bedero che comprò nel lontano 1948 insieme al fratello.

La sua storia. Nato a Lusiana, provincia di Vicenza, Raimondo e la famiglia veneta Xausa già conoscevano il varesotto, dove vi si trasferivano per lavori stagionali. Le sorelle di Raimondo facevano i mestieri nelle ville, il fratello lavorava alla rocca di Caldè, mentre il padre era impegnato nella costruzione della strada di collegamento Luino-Laveno. Nel frattempo, fino ai 20 anni, Raimondo ha alternato diversi impieghi: dal pastore nei campi a lavori di manovalanza, fino al miniatore (mestiere svolto sul fronte francese, sopra Sestriere, a ben 4500 metri).

Ventenne viene chiamato alle armi, per partecipare alla Seconda guerra mondiale per cinque anni, di cui due trascorsi in prigionia in Germania (come ha raccontato ad Emilio Rossi in un articolo pubblicato lo scorso anno). Al ritorno in Italia, pesa 45 kg e, inutile dirlo, la ripresa della vita quotidiana è difficile: non ci sono soldi e manca il lavoro. L’unica scappatoia è il contrabbando che Raimondo si vede costretto a praticare per poter sostentare la famiglia. Ma è un giorno in cui scampa per un soffio ai finanzieri che decide di cambiare aria e di ritornare sulle sponde del Lago Maggiore. Siamo nel 1948 e Raimondo si è da poco sposato. Qui comincia a lavorare prima per i fratelli Negri poi per i Beranini, adattandosi ora a muratore, ora a scavatore, ora a rivenditore di materiali per l’edilizia. Ma i figli piccoli richiedono un lavoro fisso e così entra nella ditta Stehli, dove rimane fino alla pensione.

L’elettrotecnica, invece, è stata una passione che l’ha sempre incuriosito e in un certo senso che l’ha accompagnato per tutta la vita, a causa di un segno sul braccio procuratosi toccando un filo dell’alta tensione e che oggi, dopo ben 102 anni, è ancora visibile.

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