Laveno Mombello | 29 Ottobre 2019

Laveno, Tina Montinaro alla Giornata della Legalità: “Il vero ergastolo è per noi parenti delle vittime”

Grande partecipazione all'evento ospitato dall'istituto Galilei, al quale ha preso parte anche la vedova del capo scorta di Falcone. Tanti i temi discussi con i giovani

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Nella mattinata di venerdì scorso, 25 ottobre, l’istituto “Galileo Galilei” di Laveno Mombello è tornato ad ospitare la “Giornata della Legalità” dopo l’ultimo appuntamento dello scorso inverno.

Un evento-conferenza aperto a tutti, con particolare riferimento ai giovani, finalizzato ancora una volta a stimolare la riflessione sulle tematiche della giustizia in un contatto costante e diretto con il mondo della scuola. nella cornice dell’aula magna dell’istituto-convitto lavenese, colma di pubblico e alla presenza di autorità e rappresentanti delle forze dell’ordine e della magistratura, si è sviluppato un ampio e profondo dibattito sul delicato argomento dei rapporti fra Stato italiano e mafia.

Preziosissime e trascinanti le parole dei relatori: il professor Leonardo Salvemini, docente dell’Università degli Studi di Milano e dirigente dell’istituto Galilei, la dottoressa Alessandra Dolci, procuratore aggiunto antimafia presso la Procura di Milano, l’ex presidente del Tribunale di Varese, dottor Vito Piglionica e, infine, con sua toccante e personalissima testimonianza di moglie e madre che ha sentito su di sé tutta l’asprezza della stagione delle stragi di Cosa Nostra, Tina Montinaro, vedova di Antonio, capo scorta di Giovanni Falcone rimasto ucciso, insieme ai suoi colleghi e al magistrato, nella strage di Capaci del 23 maggio 1992.

Le recenti decisioni di Strasburgo e della Consulta, l’ergastolo ostativo, le premialità di fatto offerte a chi si è macchiato di gravi condanne per attività di stampo mafioso, la scelta dei criminali di diventare collaboratori di giustizia, spesso compiuta più per freddo calcolo sui potenziali vantaggi che per effettivo compimento. Questi alcuni degli argomenti toccati nel corso del dibattito, con passaggi particolarmente delicati e tecnici che, grazie al professor Salvemini, alla dottoressa Dolci e al dottor Piglionica, hanno consentito ai presenti di riflettere sulle numerose sfaccettature della difficile posizione ricoperta da chi detiene il potere decisionale nell’ambito dei processi di mafia.

Dalle loro testimonianze si sono inoltre sviluppati esempi concreti sul modus operandi della criminalità organizzata nell’Italia settentrionale, sugli strumenti che la magistratura inquirente adotta per combatterla.

Come sempre intenso e coinvolgente il discorso di Tina Montinaro, culminato nella fortissima affermazione che racchiude un po’ tutto il senso della giornata, cogliendolo al cuore: “Il carcere ostativo è una pena che stiamo espiando noi familiari delle vittime di mafia. A noi è rimasta memoria e dolore“.

La profondità e l’altissimo spessore culturale e civile dei contenuti emersi, rendono evidente come la Giornata della Legalità sia ormai da anni un’occasione di crescita sempre più necessaria, nella consapevolezza che lo Stato italiano e le sue istituzioni potranno sopravvivere, attraverso le generazioni future, soltanto se quei principi di legalità che spinsero tanti coraggiosi a difenderlo in passato, ispireranno anche i cittadini di domani.

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