Varese | 29 Ottobre 2019

Autunno bollente nel Varesotto, non cadono le foglie e pungono le zanzare

I cambiamenti climatici preoccupano l’agricoltura con un autunno anomalo, nella top ten dei più caldi dal 1800 con una temperatura di 1,27 gradi superiore alla media

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Con il meteo che nell’ultimo weekend di ottobre ha superato i 20 gradi, l’autunno stenta a prendere corpo anche in provincia di Varese, pur regalando i suoi colori meravigliosi: le foglie, infatti, sono ancora ben salde sulle piante, che per il caldo non sono entrate nella fase di riposo vegetativo caratteristico della stagione.

In giro poi, ci sono ancora mosche e zanzare a testimoniare un autunno pazzo, che si classifica nella top ten dei più bollenti dal 1800 con una temperatura di 1,27 gradi superiore la media di riferimento sulla base dei dati Isac Cnr di settembre.

È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti diffusa in occasione del gran caldo anomalo su tutta la Penisola: solo con l’inizio della settimana il tempo è volto al “nuvoloso” ma con temperature ancora gradevoli (oggi le massime toccheranno i 19 gradi nelle nostre pianure), mentre è ancora incognita maltempo per il “ponte” di Ognissanti.

Oltre a bloccare la normale caduta autunnale delle foglie, l’allungamento della fase vegetativa delle piante rischia addirittura di far ripartire le fioriture, con il pericolo di esporle ai danni di un prevedibile forte abbassamento delle temperature. Ma nelle campagne gli effetti si fanno sentire anche – precisa Coldiretti Varese– per i parassiti che sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano più facilmente le colture.

Il caldo record e la mancanza di pioggia hanno fatto addirittura scattare l’allarme siccità fuori stagione nel Mezzogiorno dove gli agricoltori sono stati costretti all’irrigazione di soccorso per salvare le coltivazioni in sofferenza, dagli ortaggi agli oliveti fino al foraggio, con gravi ritardi delle semine e un insostenibile aggravio dei costi.

Le condizioni metereologiche quasi estive nel pieno dell’autunno, la cosiddetta ottobrata, non sono – precisa la Coldiretti prealpina – un fenomeno raro, ma quest’anno si inseriscono in un quadro generale che conferma la tendenza al cambiamento climatico che si manifesta con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi, nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua, grandinate e siccità.

Si conferma invece una stagione super, e prolungata, per la raccolta di funghi e castagne nella nostra provincia, meta anche lo scorso fine settimana di numerosi cercatori che hanno colto l’occasione dell’ultimo, caldo fine settimana di ottobre.

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