Svizzera | 21 Maggio 2019

Addio Niki Lauda, si spegne a 70 anni una leggenda della Formula 1

Ha vinto tre titoli mondiali con McLaren e Ferrari, era ancora protagonista nel paddock. Considerato uno tra i migliori piloti di sempre di tutta la storia

Tempo medio di lettura: 7 minuti

E’ morto all’età di 70 anni l’ex pilota austriaco Niki Lauda, leggenda della Formula 1 tre volte campione del mondo. Lo rende noto la famiglia.

“Con profonda tristezza annunciamo che il nostro amato Niki è morto pacificamente con la sua famiglia accanto lunedì“, si legge nella nota. Lauda era ricoverato in una clinica privata in Svizzera per problemi ai reni. Otto mesi fa aveva subito un trapianto di polmone.

“I suoi risultati unici come atleta e imprenditore sono e rimarranno indimenticabili, come il suo instancabile entusiasmo per l’azione, la sua schiettezza e il suo coraggio. Un modello e un punto di riferimento per tutti noi, era un marito amorevole e premuroso, un padre e nonno lontano dal pubblico, e ci mancherà”, scrivono i familiari.

Riportiamo di seguito le sue note biografie, da biografieonline.it. (Foto © MotorBox)

Andreas Nikolaus Lauda, meglio noto come Niki Lauda, nasce il 22 febbraio del 1949 a Vienna, in Austria. È stato uno dei più grandi piloti di Formula Uno, per ben tre volte Campione del Mondo. Dopo la carriera nel mondo automobilistico, si è dato da fare nel campo dell’imprenditoria, diventando tra i più attivi uomini d’affari europei. Al suo nome sono legate due compagnie aeree.

Secondo gli storici sportivi, Lauda può essere considerato il traghettatore fra l’automobilismo pionieristico dei primi anni, e quello moderno degli sponsor, del grande pubblico e della ricerca tecnologica di alto livello.

Il giovane Nikolaus è il figlio di una ricca famiglia austriaca: i suoi genitori, e i rispettivi nonni paterni, sono da anni degli industriali di successo, impegnati in molti settori dell’economia non solo austriaca. Nonostante gli siano state attribuite sovente origini iberiche, relative alla nascita del nonno paterno, identificato come il galiziano Lauda Juan Crespo, secondo le fonti austriache più accreditate discenderebbe invece dal noto imprenditore viennese Hans Lauda.

Ad ogni modo, quando è ancora un ragazzino i suoi genitori sognano per lui un futuro nel settore dell’industria, al vertice delle aziende di famiglia. Tuttavia, nel sangue di Nikolaus, sin da giovane, c’è il mondo dei motori e, soprattutto, delle corse. Il suo idolo è Jochen Rindt.

Già all’età di quindici anni Niki compra la sua prima VW Cabrio, che paga 1.500 scellini. Conseguito il diplomato, si impegna in un tirocinio formativo come meccanico d’auto, che porta a termine in poco tempo. Nel 1968, poco più che diciottenne, corre nella sua prima corsa. Gareggia con la Mini Cooper S, a Mühllacken, ed arriva al secondo posto.

L’anno dopo si butta a capofitto nell’impresa di sbancare in Formula Uno. Prima però deve rispettare tutte le tappe che la carriera impone, così si dà da fare al volante di alcune vetture Porsche, la 908 e la 911. Gareggia contemporaneamente in Formula V.

L’esordio in Formula Tre arriva nel 1970. Il giovane Lauda corre con una McNamara, la quale però, a causa dei mezzi mediocri di cui dispone, non gli consente di ottenere i risultati che vorrebbe.

La svolta arriva l’anno dopo, quando ottiene un prestito bancario, ricevuto grazie alla stipula di un’assicurazione sulla vita. Mediante il finanziamento, pari a circa 35 mila sterline, riesce a prendere parte all’Europeo di Formula Due, al volante di una March. Il mezzo però, anche questa volta, non è un granché, e Lauda non riesce a mettersi in mostra.

È un periodo di grande sconforto per lui, che in futuro dichiarerà di aver addirittura pensato al suicidio. Indebitato fino al collo e disapprovato dalla famiglia, dunque anche da loro abbandonato dal punto di vista finanziario, il giovane pilota si trova ad un punto morto della sua ancora misera carriera automobilistica. Gli viene data comunque fiducia e tra il 1971 e il 1972, arriva a gareggiare in Formula Uno.

L’esordio, datato 1971, arriva in casa al Gran Premio d’Austria. Ancora una volta Lauda guida una March e ancora una volta, causa anche il mezzo, non riesce ad imporre le proprie qualità: parte in ultima fila e un guaio allo sterzo lo costringe al ritiro. Nel 1972 però la March gli offre ancora un sedile, addirittura per l’intero campionato. L’annata è sfortunata, zeppa di ritiri e caratterizzata da pessimi risultati. Tuttavia, non sono pochi coloro i quali notano in Lauda uno spiccato talento.

Passa un anno e colleziona un nuovo prestito bancario, a condizioni ancora più drammatiche. Riesce ad accordarsi con la BRM; arrivano finalmente i primi punti in classifica, con un quinto posto al mondiale del Belgio. La gara migliore che tiene, ottenendo grandi apprezzamenti, è quella del Canada, quando dimostra tutto il proprio talento rimanendo al comando sotto la pioggia per ben 19 giri, ossia fino a quando, accusati dei problemi di trasmissione, è costretto a rallentare la propria andatura con conseguente ritiro al sessantaduesimo giro.

L’occasione della vita arriva nel 1974. Lo svizzero Clay Regazzoni, suo compagno nel team della BRM, lo consiglia al grande Enzo Ferrari, il quale ingaggia Niki Lauda nella scuderia del Cavallino. Con il contratto che ottiene per la Ferrari, il giovane pilota austriaco riesce ad estinguere tutti i suoi debiti e a dedicarsi anima e corpo alla sua nuova avventura.

Con la sua fiammante rossa Ferrari ottiene la pole position per ben nove volte, conseguendo due vittorie: in Spagna e in Olanda. Arriva quarto nel Mondiale, ma è solo il preludio all’anno successivo, ricco di trionfi. Nel 1975, a bordo della leggendaria Ferrari 312 T, Niki Lauda vince il suo primo titolo mondiale, con una gara d’anticipo, grazie alla terza posizione guadagnata a Monza, concedendo al compagno di squadra, Clay Regazzoni, l’unica gara vinta durante quella stagione. Sono cinque i GP in cui Lauda trionfa: Montecarlo, Belgio, Svezia, Francia e Usa.

L’anno seguente tutti si aspettano che sia quello di un facile trionfo per lui, ma non è così. L’epilogo nasconde invece un drammatico evento. Il pilota austriaco domina tutta la prima parte di campionato e il suo vantaggio sembra ormai incolmabile, almeno fino al Gran Premio di Germania. E’ il giorno 1 agosto 1976 quando al circuito Nurburgring, Niki Lauda si scontra contro la roccia di Bergwerck, durante il suo primo giro. La sua Ferrari sbatte in modo innaturale, si gira su se stessa e prende fuoco. Il pilota viene estratto dall’abitacolo per miracolo; le sue condizioni appaiono fin da subito gravissime. L’austriaco riporta ustioni in molte parti del corpo e gravi complicazioni respiratorie. Viene dato per spacciato sin dalla prima notte, ma con grande sorpresa dei medici, Lauda riesce a riprendersi e a ristabilirsi in tempo record. Le conseguenze dell’incidente rimarranno visibili in volto per il resto della sua vita.

Quando quaranta giorni dopo si ripresenta a Monza, con soli due gran premi saltati (quello austriaco e quello olandese) sembra un miracolo. Lo sembra ancor di più quando alla fine arriva quarto, con la sorpresa di tutti.

In classifica il distacco da James Hunt è ormai esiguo; all’appuntamento decisivo, il mondiale giapponese, Lauda è davanti all’avversario solo di tre punti. La pioggia torrenziale lo porta ad abbandonare quasi subito la gara: non se la sente di rischiare. Hunt vince il campionato grazie ad un fortunoso terzo posto.

Nonostante sia considerato un pilota finito, Lauda si ripresenta al volante della sua Ferrari l’anno dopo, nel 1977, e con la sorpresa di tutti vince per la seconda volta il Mondiale. A Maranello però i rapporti non sono più quelli degli inizi, soprattutto dopo l’uscita di scena del direttore sportivo Luca di Montezemolo. Il nuovo direttore, Daniele Audetto, non vede di buon occhio il pilota austriaco e così, in breve tempo, arriva la separazione. A sostituire Lauda arriva lo sconosciuto canadese Gilles Villeneuve.

Nel 1978 Lauda passa alla Brabham-Alfa, autovettura dotata del famoso (o famigerato) dispositivo ventilatore usato per l’estrazione dell’aria dal fondo della vettura, che lo porta a diverse squalifiche. Arriva quarto nel mondiale, con due successi.

Molti vedono il 1979 come l’anno della vittoria per lui, ma non è così, nonostante le molte speranze riposte nella nuova vettura. Il pilota non riesce ad imporsi al volante della Brabham ed è così frustrato che durante le prove del Canada, a soli 30 anni, matura la sua decisione di ritirarsi, nonostante le tante offerte che riceve dai team concorrenti.

In realtà in Lauda sta emergendo la passione per il volo. Da qualche mese, infatti, ha fondato una compagnia aerea di sua proprietà, la Lauda Air. E per due anni si dedica a questa avventura la quale però, con sommo rammarico per lui, stenta a decollare. Al termine del 1981, bisognoso di nuovi stimoli, annuncia di voler tornare a gareggiare in Formula Uno. Ad offrirgli il volante per la stagione successiva, è la McLaren-Ford. Ottiene un successo alla quarta gara, sul circuito di Long Beach. Vince anche a Silverstone, arrivando quinto al termine del campionato.

Nel 1983, a causa anche di alcuni problemi della vettura, ottiene solo qualche punto in classifica, senza vincere nemmeno un gran premio. L’anno dopo, è il 1984, le auto inglesi vengono dotate del nuovo motore turbo TAG-Porsche. I piloti sono Lauda e Alain Prost, che dominano per tutta la stagione. La “finale”, per così dire, si disputa all’Estoril. Lauda è in vantaggio nella classifica per punti ma parte ottavo. Prost è in pole e arriva primo. Il titolo mondiale va all’austriaco, che riesce a rimontare fino al secondo posto. Per mezzo punto Niki Lauda è campione del Mondo per la terza volta.

Il 1985 è il canto del cigno per Lauda. Vince Prost, anche perché il compagno di scuderia deve abbandonare più volte, a causa di ripetuti guasti tecnici. L’ultimo acuto è la vittoria in Olanda, cui segue la sua definitiva decisione di abbandonare le corse.

Comincia da questo momento e fino agli ultimi anni del 2000, la sua vera attività di imprenditore nel settore aeronautico. Nello stesso 1985, Lauda si mette insieme alla Basile Varvaressos e al suo operatore turistico ITAS, che gli consente di avviare l’attività dei voli charter con la sua compagnia aerea.

Il 1988 è l’anno del lancio dei voli di linea in Estremo Oriente, grazie al Boeing 767-300 della flotta Lauda Air. Nel 1994 arrivano anche le destinazioni europee per la sua compagnia, con Barcellona, Madrid, Bruxelles, Ginevra, Manchester e Stoccolma. Tre anni dopo, entra nel triangolo strategico di collaborazioni di linea tra la Austrian Airlines e la Lufthansa.

Dopo aver aggiunto tratte esotiche, come la Malesia e l’Est Europa, nel 2000 vende le sue quote della Lauda Air all’Austrian Airlines, uscendo di scena.

Nel frattempo, dal 1992 al 1997 svolge attività di consulenza per la Ferrari.

Ma l’interesse per l’imprenditoria dei cieli non lo lascia insensibile in questi anni. Nel novembre del 2003, dà vita alla NIKI Luftfahrt GmbH, nata sulle ceneri dell’Aero Lloyd Austria. L’anno dopo, Air Berlin entra in società con la sua compagnia, dando solidità al progetto: è infatti la seconda più grande compagnia aerea tedesca, attivissima nel mondo dei voli low cost. Nel 2005, le Poste austriache gli dedicano addirittura un francobollo.

Nel 2008, il network americano ESPN, pone Lauda al ventiduesimo posto dei migliori piloti di sempre.

Divorziato dalla prima moglie Marlene, con cui ha avuto due figli, Mathias e Lukas (il primo è pilota automobilistico), nel 2008 Lauda si sposa per la seconda volta, con una sua ex hostess, Birgit Wetzinger, di trent’anni più giovane; dalla relazione nel 2009 nascono due gemelli. Birgit nel 2005 aveva salvato la vita a Niki donandogli uno dei suoi reni, dopo che il primo trapianto (ricevuto dal fratello Florian nel 1997) era fallito.

Nel 2012 esce il film “Rush” diretto dal pluri-premiato regista Ron Howard, in cui si rivive la stagione sportiva del 1976 di Lauda, il suo incidente e il duello con James Hunt.

Lauda si spegne il 20 maggio 2019 all’età di 70 anni, in Svizzera.

© Riproduzione riservata

Vuoi lasciare un commento? | 0

Lascia un commento

"Luinonotizie.it è una testata giornalistica iscritta al Registro Stampa del tribunale di Varese al n. 5/2017 in data 29/6/2017"
P.IVA: 03433740127