Lavena Ponte Tresa | 12 Febbraio 2019

Lavena Ponte Tresa, svolta nel maxi sequestro del caveau: la cassazione annulla la confisca

I giudici romani hanno accolto il ricorso del legale dell'ex banchiere, detentore di preziosi per oltre 7 milioni. Torna in discussione l'illiceità del patrimonio

Tempo medio di lettura: 2 minuti

Il prezioso patrimonio al centro dell’indagine conosciuta come “Era glaciale” sarà scongelato. E’ questo il clamoroso verdetto emesso dalla corte di cassazione che nei giorni scorsi ha accolto il ricorso presentato da Corrado Viazzo, legale di Giulio Conti, l’ex dirigente del Banco di Roma di Lugano che si era visto sequestrare l’importante collezione di rarità custodita all’interno del caveau della sua abitazione.

Il banchiere 75enne, da tempo residente a Lavena Ponte Tresa, è l’uomo al centro del processo avviato in seguito alle indagini condotte dalla guardia di finanza di Luino nel 2015, finalizzate ad approfondire la provenienza, e l’effettiva liceità, di un vero e proprio tesoro costituito tra le altre cose da circa ventimila bottiglie di whisky, alcune delle quali risalenti alla metà dell’Ottocento, più di duecento reperti paleontologici, lingotti d’oro e d’argento e persino una zanna di mammut, diventata con il tempo l’emblema dell’indagine condotta dalle fiamme gialle.

La sentenza pronunciata dai giudici romani, come ha riportato La Prealpina nella giornata di ieri, ribalta la storia processuale del caveau di Conti, dopo che lo scorso settembre la quinta corte d’appello di Milano aveva risposto negativamente alla richiesta di far cadere il sequestro preventivo dei beni, dal valore complessivo di oltre sette milioni di euro: uno sproposito rispetto al patrimonio dell’uomo, stando alla tesi sostenuta dall’accusa.

Ma ora, come detto, la vicenda è pronta a tornare in appello per essere ridiscussa, ed è l’avvocato Corrado Viazzo, attraverso le pagine del quotidiano locale, a spiegare quali sono i punti che hanno fatto la differenza nell’ambito della strategia difensiva: l’assenza di condanne a carico del 75enne e la presunta pericolosità (alla base della misura di prevenzione patrimoniale con cui gli erano stati sottratti i beni) riconducibile ad un precedente processo chiuso con l’assoluzione dell’uomo. Aspetto, quest’ultimo, su cui si è espressa anche la Corte europea, che ha di fatto condannato l’Italia ad un risarcimento per l’applicazione della sopracitata misura in assenza di una motivazione concreta.

“Non è possibile procedere con una confisca motivata da pericolosità generica, senza neppure una multa a carico del mio assistito – ha sottolineato l’avvocato Viazzo tramite La Prealpina – che è del tutto incensurato, bisogna ricordarlo. L’incredibile collezione di whisky risale a molto tempo prima delle indagini durate tre anni, quindi non poteva neppure sussistere la contemporaneità degli accertamenti con i presunti frutti illeciti di altre attività”. Le motivazioni della cassazione verranno rese pubbliche nell’arco dei prossimi trenta giorni, e segneranno un nuovo inizio per le parti coinvolte nel maxi sequestro del caveau.

© Riproduzione riservata

Vuoi lasciare un commento? | 0

Lascia un commento

"Luinonotizie.it è una testata giornalistica iscritta al Registro Stampa del tribunale di Varese al n. 5/2017 in data 29/6/2017"
P.IVA: 03433740127