Maccagno con Pino e Veddasca | 19 Gennaio 2019

Campagnano, Tina compie 100 anni: una vita in Val Veddasca tra lavoro, orto e famiglia

Domani la grande festa con parenti, amici e conoscenti. Tutto pronto grazie al grande impegno del figlio Elio e della nuora Giuseppina

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Lei si chiama Marta Maria Minelli, ma per tutti “Tina”. È nata ad Armio il 21 gennaio 1919 e domenica 20 sarà una grande festa per parenti, amici, autorità e per tutti coloro che vorranno unirsi all’allegra compagnia. Tutto è già pronto, grazie soprattutto all’impegno del figlio Elio e della nuora Giuseppina, per accogliere i numerosi invitati, tra i quali non potranno mancare il sindaco, il parroco il dottor Cervini che settimanalmente le fa visita, assieme alle assistenti comunali.

Ma chi è la nostra Tina? È una persona che ha vissuto gran parte della sua vita nel secolo scorso e che “si è permessa” di scavalcare il millennio scorso per godersi anche una parte di questo terzo. La sua esistenza è trascorsa quasi tutta in Val Veddasca e un duro lavoro di oltre 40 anni ha impegnato le sue energie presso le Torcitura di Garabiolo e Maccagno, che raggiungeva quotidianamente a piedi. Aveva 12 anni quando incominciò a conoscere i segreti della filatura.

I suoi sette fratelli la portavano in palmo di mano e l’amavano per il suo spirito gioviale, allegro e soprattutto per le sue capacità di cooperare alle necessità familiari. Dopo la fabbrica, infatti, si occupava della campagna, dell’allevamento delle capre, delle pecore e soprattutto, aggiunge lei, “di una vacca, per avere latte fresco per tutti”.

Anche l’orto faceva parte delle sue mansioni e certamente, a quei tempi non era un hobby, ma un modo per avere cibo fresco senza spendere denaro. Correva l’anno 1970 quando giunse la sospirata pensione e la nostra Tina, finalmente libera, potè dedicarsi a tempo pieno alla cura della sua famiglia. Dal soggiorno della sua casa il panorama spazia fino a Sesto Calende e certamente le rende meravigliose le giornate.

Ogni settimana “esige” che il figlio le acquisti le sue quattro riviste preferite, che legge con avidità, a volte addirittura senza occhiali. Da qualche anno ha smesso di lavorare all’uncinetto, ma mi mostra con grande orgoglio i dieci tappeti realizzati con le sue mani. E per quanto riguarda il cibo? A questa domanda mi risponde il figlio Elio, con un largo sorriso: “Dalla trippa al polpettone, dalle costine alla polenta e gorgonzola, ma il suo piatto preferito è il cotechino. Poca simpatia per la verdura, ma molto burro e un filo d’ olio”. Inspiegabilmente gli esami a cui viene sottoposta periodicamente non rilevano livelli di colesterolo oltre la norma.

Così trascorre la vita della nostra centenaria, che naturalmente non trascura, ogni quindici giorni, di ricevere la parrucchiera per farsi mettere in piega i capelli. Per quanto riguarda la Fede, Rita settimanalmente riceve la comunione a domicilio. Per comunicare possiede il cellulare, di cui conosce a memoria i numeri da digitare.

Infine, come ringraziamento per la nostra visita, si mette a recitare una filastrocca natalizia che sfido tutti i lettori a ricordare:

È nato il Bambinello, buona gente,
passiamo questo giorno santamente.
È nato fra noi e gli fu reggia una stalla
e porta-va già la Croce sulla spalla.
È nato fra noi e fu disteso sul fieno
bocchino di rosa, giglio e occhio sereno.
Guance rosee e polsi rotondetti
e le manine parevan due cuscinetti.
Dal babbo apprese a fare il falegname
fece tre sedie e buttò via lo strame.
Dal babbo apprese anche a far panchette
ne fece una e poi vi si sedette.
Dal babbo a costruire il letto imparava
e stanco sopra vi si coricava.

Ora non ci resta che augurare alla nostra Minelli Marta Maria, altri cent’anni.

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